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Seminario resistenza antimicrobica

La resistenza antimicrobica (AMR): pensare l'impensabile

Nicola Magrini, Direttore Generale AIFA, dialoga con Mike Sharland della St. George’s University di Londra, chair del WHO EML Antibiotic Working Group sullo stato dell’arte e le strategie da mettere in atto per contrastare il fenomeno dell’antimicrobico-resistenza.

Video del seminario

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Pubblicato il: 11 marzo 2021

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La resistenza antimicrobica si verifica quando batteri, virus, funghi e parassiti mutano nel tempo e non rispondono più ai farmaci, rendendo il trattamento delle infezioni più difficile e aumentando così il rischio di diffusione di patologie infettive gravi e di decesso. Il costo della resistenza antimicrobica per i sistemi sanitari è diventato negli anni significativo, a causa di degenze ospedaliere prolungate che richiedono cure intensive e più costose, con ripercussioni non solo economiche ma anche sociali.

In mancanza di strumenti efficaci per la prevenzione e il trattamento appropriato delle infezioni farmaco-resistenti e senza un corretto accesso agli antimicrobici esistenti e di nuova generazione, l’aumento di fallimenti terapeutici e di decessi causati da infezioni sarà inevitabile.

Nel 2015 l’OMS ha lanciato il Piano d’Azione Globale sull’AMR. Nonostante la maggiore consapevolezza acquisita negli ultimi anni, poco si è fatto per ridurre l’incidenza delle infezioni e ottimizzare l’uso degli antimicrobici. Con l’aggiornamento del 2017 della Model List of Essential Medicines, l’OMS ha proposto una nuova classificazione degli antibiotici, la classificazione AWaRe (Access, Watch, Reserve), con una revisione completa degli antibiotici da usare per trattare molte infezioni comuni negli adulti e nei bambini.  Nel 2019, la classificazione è stata ulteriormente aggiornata e ampliata agli antibiotici maggiormente disponibili ed è stata aggiunta una quarta categoria, gli “antibiotici sconsigliati”.

Con il General Program of Work 2019-2023, l’OMS ha adottato un nuovo indicatore basato su AWaRe, Access>60%, in base al quale la percentuale di antibiotici appartenenti alla categoria Access usati a livello nazionale dovrebbe essere maggiore del 60% dell’uso complessivo di antibiotici. Questo indicatore diventerà un obiettivo globale comune per ridurre l’AMR, favorendo così l’uso di antibiotici Access a spettro ridotto rispetto a quelli Watch e Reserve ad ampio spettro.

L’OMS analizza i dati di consumo attraverso il sistema GLASS (Global Antimicrobial Resistance Surveillance System). La maggior parte degli ospedali dei paesi cosiddetti ‘a basso reddito, tuttavia, non dispone di strumenti informatici in grado di raccogliere e fornire dati affidabili che colleghino le indicazioni terapeutiche ai dati di consumo. Allo stesso modo, inoltre, i dati di consumo extra-ospedaliero di antibiotici non presentano un nesso definito con un'indicazione specifica.

Nel periodo 2000-2015 si è registrato un uso stabile di antibiotici Access nei paesi ad alto reddito, mentre è aumentato nei paesi a reddito basso o medio-basso; nei paesi a reddito medio-alto e medio-basso, l’uso di antibiotici ad ampio spettro Watch è notevolmente aumentato.

Attualmente non vi sono standard concordati né per “unità di resistenza” né per “unità di antibiotico”. Questi standard sono il prerequisito per sviluppare modelli di previsione che dovrebbero includere l’esposizione e la resistenza ad antibiotici ad ampio spettro e a spettro ridotto, sia in tutti i paesi del mondo. L’esempio della modellizzazione del cambiamento climatico potrebbe aiutare a creare un nuovo modello per prevedere l’andamento della resistenza agli antibiotici.

Per contrastare l'AMR, sarebbe necessario approfondire alcuni aspetti e mettere in atto diverse strategie, quali:

  • sviluppare la sorveglianza clinica dell’AMR, insieme alla sorveglianza microbiologica, compresi gli studi di efficacia nei siti sentinella (simili alla malaria, alla TBC e ad altre infezioni), permettendo così di raccogliere informazioni cliniche sulle malattie, sulla gravità, sul pre-trattamento e sull’esito;
  • migliorare i modelli di prescrizione considerati ‘ottimali’, che dovrebbero includere modelli “ideali” di uso comunitario e ospedaliero, aggiustati per il rischio in base al peso della malattia e ai vari livelli di resistenza, evidenziando la mortalità e morbilità “modificabili dagli antibiotici”;
  • prestare maggiore attenzione alle infezioni nosocomiali; nei paesi reddito, infatti, circa un quarto delle infezioni del sangue sono contratte in ospedale, mentre nei paesi a reddito medio-basso, oltre il 90% degli antibiotici viene utilizzato in un contesto di assistenza sanitaria di base, per infezioni che potrebbero essere trattate in sicurezza con gli antibiotici Access;
  • definire obiettivi politici più formali e individuare target chiari, come la riduzione totale dell’uso di antibiotici, in particolare degli antibiotici per via orale della categoria Watch, e implementare strumenti basati su AWaRe per monitorare i risultati.

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