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Ipertensione: nel mirino degli esperti i benefici del trattamento farmacologico per i pazienti a basso rischio

Un gruppo di esperti statunitensi ha sollevato delle preoccupazioni riguardanti il trattamento dell’ipertensione lieve in persone a basso rischio.

In un articolo pubblicato sul British Medical Journal (BMJ) Stephen Martin della University of Massachusetts Medical School e i suoi colleghi avvertono che l’abbassamento della soglia di efficacia dei farmaci per la pressione alta (ipertensione) ha esposto milioni di persone a basso rischio in tutto il mondo a un trattamento farmacologico con benefici incerti a fronte di costi elevatissimi per i sistemi sanitari.

Nello specifico, sostengono che questa strategia sia inefficace sia in termini di salute dei pazienti sia dal punto di vista del corretto utilizzo delle risorse sanitarie. Martin e colleghi chiedono una rivalutazione della soglia di efficacia e invitano i medici a essere cauti circa il trattamento di pazienti a basso rischio a cui sono prescritti farmaci per l’abbassamento della pressione sanguigna.

Il loro lavoro è stato presentato durante la conferenza Preventing Overdiagnosis, ospitata dal Centre for Evidence-Based Medicine presso l'Università di Oxford, in collaborazione con il BMJ, promotore della campagna “Too Much Medicine”.  Esperti di tutto il mondo hanno discusso in quella sede questa problematica sempre più rilevante per il mondo clinico, accademico e per i decisori pubblici.

I dati che sono scaturiti dalla Conferenza hanno evidenziato che il 40% degli adulti in tutto il mondo hal'ipertensione, oltre la metà dei quali è classificato come affetto da disturbo "lieve".

Con il termine “basso rischio” si indica che un individuo non ha problemi cardiovascolari esistenti, diabete o malattie renali.

Nel corso degli anni l'ipertensione è stata trattata farmacologicamente in corrispondenza di soglie sempre più basse di pressione arteriosa. La convinzione era che il trattamento farmacologico, anche per i pazienti a basso rischio che presentavano livelli di pressione arteriosa leggermente elevati, avrebbe potuto essere di aiuto nel ridurre il rischio cardiovascolare.

Infatti, più della metà dei pazienti con ipertensione lieve sono trattati con i farmaci. Tuttavia, il trattamento per questa tipologia di pazienti, secondo gli autori, non ha dimostrato efficacia nel ridurre le malattie cardiovascolari o gli eventi fatali.

Nei soli Stati Uniti, dove l'ipertensione è la condizione più comune per una visita medica, il costo del trattamento farmacologico dell'ipertensione lieve è stato stimato in 32 miliardi dollari (24 miliardi di euro) l'anno.

Ciò corrisponde a oltre l'1% delle spese sanitarie annuali e più di un terzo del totale delle spese degli Stati Uniti in materia di sanità pubblica.

Gli autori sostengono che l'eccessiva enfasi sul trattamento farmacologico possa portare ad effetti collaterali, come l'aumento del rischio di cadute e distolga l’attenzione dal vero obiettivo che sarebbe quello di modificare gli stili di vita individuali e di promuoverne di nuovi per garantire elevati livelli di salute pubblica.

Gli esperti invitano anche i medici a condividere l'incertezza che avvolge il trattamento farmacologico per i pazienti affetti da ipertensione lieve, indicando una serie di accortezze tra le quali: misurare la pressione sanguigna a casa, migliorare l'accuratezza delle misurazioni cliniche, promuovere gli investimenti di salute pubblica e incoraggiare i cambiamenti dello stile di vita per trattare l'ipertensione (perdita di peso, rinuncia al fumo, diminuzione del consumo di alcol e maggiore attività fisica).

Per maggiori informazioni:


Pubblicato il: 18 settembre 2014

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