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Comitato di Bioetica della Sicilia: i perché del no alla cosiddetta “cura Vannoni” - Comitato di Bioetica della Sicilia: i perché del no alla cosiddetta “cura Vannoni”

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Comitato di Bioetica della Sicilia: i perché del no alla cosiddetta “cura Vannoni”

Il Comitato di Biotetica (CoReB) della Regione Sicilia ha espresso all’unanimità parere negativo in merito alla proposta di legge per l’applicazione in Sicilia della cosiddetta cura Vannoni della Stamina Foundation. Lo comunica lo stesso Comitato, che, in una lettera aperta a firma del Vicepresidente Luigi Pagliaro, indirizzata ai pazienti e ai familiari dei pazienti, spiega le ragioni di tale decisione.

“Tutti noi siamo sensibili alla sofferenza e al dolore rinnovati ogni giorno di chi è vittima di una malattia non curabile o imperfettamente curabile ad andamento sfavorevole, o dei familiari di bambini in queste condizioni – scrivono i componenti del Comitato di Biotica siciliano – Comprendiamo anche come pazienti e familiari di pazienti con malattie non curabili o imperfettamente curabili possano essere indotti a credere nella cosiddetta cura Vannoni della Stamina Foundation, che con la falsa promessa di risultati utili e per scopi non chiari sottopone i pazienti a sofferenze e rischi ulteriori (per esempio, più sequenze di punture lombari). Proprio per questo, per difendere la salute e la dignità dei pazienti e non incentivare false speranza nei loro familiari, il Comitato Regionale di Bioetica ha dato all’unanimità parere negativo alla proposta (peraltro non supportata da presupposti giuridico-normativi) di applicare in Sicilia la cosiddetta cura Vannoni, spiegandone le ragioni. A tale decisione ha partecipato la signora Barbon Galluppi, rappresentante per l’Italia dell’EURORDIS, che riunisce milioni di pazienti con malattie rare non curabili presenti in Europa, una persona, quindi, assolutamente “dalla parte dei pazienti”.”

Il Comitato di Bioetica elenca poi le ragioni del parere negativo:

  1. La preparazione delle cellule usate per la cosiddetta “cura Vannoni” è tale che esse non possono funzionare per la cura delle malattie nelle quali secondo Vannoni sarebbero efficaci. Questo è il giudizio univoco di tutti gli esperti internazionali che si occupano di cellule staminali. Ed è il parere che dopo un attento studio ha raggiunto all’unanimità il Comitato Nazionale dell’Istituto Superiore di Sanità che ha stroncato dalle basi tale metodica.
  2. Il Prof Vannoni e i suoi collaboratori sostengono che nei pazienti che hanno ricevuto le infusioni delle cellule preparate secondo la loro metodica le malattie sono migliorate o si sono arrestate. Ma quando queste affermazioni sono state verificate dai medici che avevano in cura i pazienti si sono rivelate non vere, e le cartelle dell’ospedale di Brescia non consentono giudizi sulla sicurezza e sull’efficacia della procedura. Modesti miglioramenti qualche volta raccontati possono rientrare in variazioni di decorso delle malattie, e restano aneddoti senza carattere di prove.
  3. Il Prof Vannoni e i suoi collaboratori non hanno mai pubblicato su una rivista di medicina un rigo sul metodo di preparazione delle cellule che usano nella loro “cura”, e nemmeno sui risultati della “cura” nei pazienti trattati. Questa è forse la prova più convincente della inverosimiglianza delle affermazioni circa l’efficacia della loro “cura”. Perché se la ”cura” fosse davvero efficace sarebbe incomprensibile come mai i suoi inventori non sentano il dovere etico di renderla nota e fruibile per i malati di tutto il mondo.

“In conclusione – scrive il Comitato di Bioetica siciliano – tutte le osservazioni disponibili dimostrano che le speranze riposte nella cosiddetta cura Vannoni sono in realtà illusioni, e non si deve mai confondere la speranza con l’illusione. Un giorno la ricerca sulle cellule staminali, quella vera, condotta da scienziati veri, potrà offrire speranze concrete a tanti ammalati. Già oggi si possono curare con le cellule staminali le malattie del sangue e certe malattie rare del sistema immune. Si possono riparare pelle e cornea. Per la sclerosi multipla sono state già pubblicate numerose sperimentazioni cliniche di nuovi farmaci, con risultati in parte positivi. Per altre malattie è molto attiva la ricerca, anche se non ci sono ancora trattamenti abbastanza sicuri ed efficaci da poter diventare delle cure. Ma è importante che progetti di studio ce ne siano tanti. Per la sclerosi laterale amiotrofica è stato avviato in Spagna uno studio che impiega cellule del midollo osseo e altri gruppi hanno fatto esperimenti preliminari o si preparano a farli anche in Italia. Bambini con distrofia muscolare sono già stati trattati con cellule staminali. Il panorama scientifico mondiale può dunque alimentare la speranza – speranza, non illusione – che malati oggi senza cura possano fruire in futuro di cure sicure ed efficaci. Ma le cure devono essere basate su ricerche serie, pubblicate nella letteratura internazionale e riproducibili da altri studi. E serve per le cure l'approvazione delle istituzioni (per noi l'Istituto Superiore di Sanità, l’AIFA e i Comitati Etici locali), che valutano tutto quello che si vuole fare in ogni dettaglio, dal disegno dello studio alla preparazione delle cellule (se non sono pure o non sono state manipolate a regola d'arte le cellule trasmettono infezioni e tumori – un rischio possibile della cura della Stamina Foundation). A chiusura di questa lettera intendiamo ribadire che dire no a procedure e metodi senza base logica e scientifica non significa chiudere la porta a una speranza, ma a una illusione. E’ invece un atto di rispetto e di tutela per le persone che non hanno valide alternative di cura perché il ricorso a rimedi magici e miracolosi li esporrebbe a sicure inutili sofferenze che si aggiungerebbero alla sofferenza della malattia.”


Pubblicato il: 04 novembre 2013

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