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Studio dimostra la necessità di variare i valori di riferimento delle piastrine per età, sesso e area geografica

Secondo un nuovo studio, condotto dal Cnr insieme ad altre istituzioni scientifiche italiane, personalizzare i valori di riferimento usati nella conta delle piastrine potrebbe contribuire allo sviluppo di nuovi metodi di indagine e terapie calibrate secondo differenze di genere, età e aree geografiche. Per definire normale il numero delle piastrine, cellule fondamentali per i processi di coagulazione del sangue, il range deve attestarsi oggi tra un minimo di 150mila e un massimo di 400mila (450mila in alcuni casi) per microlitro di sangue.

La ricerca è stata condotta dagli Istituti di genetica delle popolazioni (Igp) di Sassari, di genetica molecolare (Igm) di Pavia, di genetica e biofisica A. Buzzati-Traverso di Napoli del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), insieme ad altre cinque istituzioni scientifiche italiane: Fondazione di ricerca e cura "Giovanni Paolo II" dell'Università cattolica di Campobasso; Istituto di medicina genetica, Eurac Research di Bolzano; Divisione di genetica e biologia cellulare dell' Istituto scientifico San Raffaele di Milano; Genetica medica del Dipartimento di scienze riproduttive dell Universita' di Trieste; Dipartimento di medicina interna dell Irccs Fondazione policlinico S. Matteo dell'Universita' di Pavia.

Lo studio, coordinato da Ginevra Biino dell'Igm-Cnr di Pavia e pubblicato sulla rivista Plos One, ha rivelato l'esistenza di una grande variabilità nei valori di riferimento delle piastrine tra la popolazione italiana.

L'indagine ha preso in esame 40.987 soggetti provenienti da tre studi epidemiologici sulla distribuzione della conta piastrinica negli abitanti di sette aree italiane di cui 6 isolati genetici, importanti per analizzare le malattie complesse grazie all'elevata omogeneità genetica e alla ridotta variabilità ambientale. La disponibilità dei dati di conta piastrinica di un campione così esteso ha permesso l'identificazione di nuovi intervalli di riferimento, sesso ed età specifici, utili a una diagnosi più accurata di trombocitopenie (espressione di una ridotta produzione piastrinica) e trombocitosi (patologia opposta, caratterizzata dalla presenza di un esagerato numero di trombociti).

La ricerca mostra, ad esempio, come le donne abbiano mediamente un numero più alto di piastrine rispetto agli uomini. Negli anziani, inoltre, si nota una diminuzione progressiva. Nei ragazzi al di sotto dei 15 anni, invece, il numero è decisamente più alto rispetto agli altri periodi della vita, senza particolari differenze tra uomini e donne. Infine, difformità significative sono state riscontrate tra le diverse aree del territorio italiano prese in esame. Per questo motivo i ricercatori ritengono giunto il momento di ripensare i valori di riferimento uguali per tutti.

Leggi lo studio pubblicato sulla rivista Plos One


Pubblicato il: 20 marzo 2013

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