I ricercatori del Columbia University Medical Center hanno scoperto quello che potrebbe rappresentare un ulteriore fattore decisivo per lo sviluppo dell'Alzheimer.

Gli studiosi hanno scoperto che un secondo fattore necessario alla sindrome, accanto ai depositi amiloidi, sarebbe la cosiddetta iperintensità della materia bianca (Wmh) ovvero un disturbo cerebrovascolare ai piccoli vasi sanguigni.

Lo studio, pubblicato su “Jama Neurology”, ha incluso 20 persone con diagnosi clinica di Alzheimer, 59 con lieve peggioramento cognitivo e 21 soggetti di controllo sani.

Il gruppo di scienziati ha scoperto che la "iperintensità della materia bianca" era associata con la diagnosi di Alzheimer come l'accumulo di placche amiloidi, sempre rispetto a quest'ultimo, era ugualmente predittivo, nei pazienti con lieve peggioramento cognitivo, della suscettibilità del soggetto a sviluppare Alzheimer. Poiché i fattori di rischio della "iperintensità della materia bianca" possono essere sottoposti a controllo, la scoperta potrebbe aprire la strada a nuove misure preventive per contrastare l'Alzheimer.

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