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IJO - International Journal of Ophthalmology: ranibizumab più sicuro di bevacizumab nel trattamento della degenerazione maculare senile
L’utilizzo di ranibizumab è risultato essere più sicuro e associato a un minor numero di eventi avversi rispetto a bevacizumab, nel trattamento della degenerazione maculare senile.
Queste le conclusioni riportate da uno studio condotto dai ricercatori del Dipartimento Olftalmologico del Fourth People's Hospital e del Dipartimento di Cardiologia del First Hospital of China Medical University di Shenyang, appena pubblicato sull’International Journal of Ophthalmology.
I ricercatori hanno condotto una revisione sistematica degli studi scientifici che hanno messo a confronto ranibizumab e bevacizumab, presenti su Pubmed (dal 1966 a ottobre 2012) e su Cochrane (dal 1988 a ottobre 2012 ), al fine di valutare l’efficacia e la sicurezza dei due farmaci nel trattamento della degenerazione maculare dovuta all’età, la terza causa di cecità, dopo cataratta e glaucoma, nei paesi sviluppati.
Si tratta di uno studio esaustivo e completo - scrivono gli autori - che ha esaminato con attenzione anche le bibliografie degli articoli analizzati e le relative recensioni, senza alcuna limitazione di lingua usata nella pubblicazione e, qualora gli studi non contenessero tutte le informazioni necessarie, sono stati contattati direttamente gli autori per recuperare i dati mancanti.
Questa ricerca ha restituito come risultato ben 1545 trial potenzialmente rilevanti e, dopo una revisione preliminare effettuata sulla base dei criteri di inclusione, sono stati esaminati quattro studi clinici controllati e randomizzati, che comprendevano un totale di 1927 pazienti, e 11 analisi retrospettive (2296 pazienti). I partecipanti, sia uomini che donne, avevano un’età compresa tra i 63 e i 90 anni.
Per ciò che concerne gli obiettivi primari prefissati dai ricercatori (vale a dire la valutazione dell’acuità visiva, della miglior acuità visiva corretta - BCVA best-corrected visual acuity -, dello spessore della retina e dello spessore foveale) non sono state riscontrate differenze significative tra i due farmaci presi in esame, sebbene negli studi clinici randomizzati sia stato osservato, nei pazienti trattati con bevacizumab, un numero maggiore, ma non statisticamente rilevante, di decessi.
La revisione sistematica condotta dai ricercatori suggerisce che i due farmaci hanno eguale efficacia clinica nel trattamento della degenerazione maculare senile, ma, a parità di efficacia clinica, ranibizumab si differenzia da bevacizumab sotto il profilo della sicurezza, nel numero inferiore di eventi avversi osservati.
In particolare, l’utilizzo di ranibizumab, rispetto a bevacizumab, è associato ad una diminuzione significativa dei rischi di infiammazione oculare (0,23% vs. 0,89%) e di eventi trombotici venosi (0,08% vs. 0,89%). Reazioni avverse che, nei casi più acuti, rischiano di compromettere seriamente la qualità della vita dei pazienti.
Secondo gli Autori, stando alle evidenze cliniche emerse dall’analisi condotta, ranibizumab si è dimostrato un’opzione di trattamento più sicura nel trattamento dei pazienti affetti dalla degenerazione maculare senile.
Per approfondimenti leggi il testo dell’articolo
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Published on: 06 May 2014