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Nuovo studio su "Jama" conferma che non esiste correlazione tra il vaccino trivalente e l’autismo - Nuovo studio su "Jama" conferma che non esiste correlazione tra il vaccino trivalente e l’autismo
Nuovo studio su "Jama" conferma che non esiste correlazione tra il vaccino trivalente e l’autismo
In corso la Settimana Mondiale dell’Immunizzazione
Il “falso mito” del legame tra il vaccino trivalente (contro il morbillo, la rosolia e la parotite) e i disordini dello spettro autistico è stato, ancora una volta, smentito da una ricerca finanziata dal National Institute of Mental Health, dai National Institutes of Health e dall’U.S. Department of Health and Human Services.
L’indagine ha coinvolto 95.727 bambini, seguiti per almeno 5 anni tra il 2001 e il 2012, con fratelli maggiori, alcuni dei quali autistici, una condizione che pone i piccoli in una situazione di maggior rischio di autismo. È emerso che non esiste alcuna correlazione tra immunizzazione e patologia, smentendo la “bufala” sul legame tra vaccini e autismo, nata da uno studio su 12 bambini autistici pubblicato su “Lancet” nel 1998 dal medico Andrew Wakefield, che affermava esistesse un legame tra la malattia, alcuni problemi gastrointestinali e l’immunizzazione. L’articolo fu ufficialmente ritirato dalla rivista nel 2010 e Wakefield espulso dall’ordine dei medici inglese, dal momento che aveva ricevuto 500.000 sterline da un avvocato specializzato in cause contro le case farmaceutiche.
Sul totale dei bambini inclusi nello studio, 1.929 (il 2%) avevano un fratello più grande con autismo. Nel complesso 994, ovvero l’1% del campione complessivo, avevano ricevuto una diagnosi di autismo. Fra questi, 134 bimbi con la patologia avevano un fratello già colpito, rispetto a 860 con fratelli senza autismo. Il tasso di vaccinazione per morbillo-parotite-rosolia (una o più dosi) per i bambini con fratelli non autistici era dell’84% (78.564) a 2 anni di età e del 92% (86.063) a 5 anni. Al contrario, i tassi di vaccinazione per i bambini con i fratelli più grandi autistici erano inferiori (73% all’età di 2 anni e 86% all’età di 5 anni). I ricercatori hanno applicato degli aggiustamenti per i potenziali fattori confondenti, tra cui il sesso del bambino, l’età dei genitori alla sua nascita, l’ubicazione geografica rispetto alla suddivisione degli Stati Uniti d’America secondo il Bureau of the Census, i benefici per la salute mentale e l’anno di nascita del bambino. “Non abbiamo trovato nessuna evidenza che aver ricevuto una o due dosi di vaccino trivalente sia associato con un aumento di rischio di autismo — sottolineano gli autori, coordinati da Anjali Jain del Lewin group di Falls Church, in Virginia — neanche tra bambini che hanno un fratello maggiore con la malattia”. Lo scopo della nuova ricerca, i cui risultati sono stati pubblicata su “Jama” nei giorni scorsi, era infatti anche quello di rassicurare quei genitori che, pur non esistendo alcuna evidenza scientifica, continuano a ritenere l’immunizzazione preventiva contro certe patologie una concausa dell’autismo e quindi ad evitare, sulla base di un pericoloso pregiudizio, di vaccinare i bambini.
L’Agenzia Italiana del Farmaco costantemente ricorda che non vaccinare i propri figli, certamente in buona fede e in alcuni casi animati da paure e obiezioni che meritano comprensione, mette a repentaglio l’enorme vantaggio sociale conquistato grazie all’immunizzazione di massa. Anche il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin durante il Convegno “La Sanità in Italia: falsi miti e vere eccellenze”, svolto nei giorni scorsi a Roma, ha ricordato quanto sia importante “distruggere i falsi miti e concentrarsi sulle cose reali”, educando alla scienza e ponendo fine a veri e propri fenomeni di disinformazione, come quello della falsa convinzione che i vaccini siano dannosi e provochino l’autismo.
Proprio in questi giorni è in corso la Settimana Mondiale dell’Immunizzazione, campagna di sensibilizzazione sulle vaccinazioni promossa, dal 24 al 30 aprile, dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per promuovere l’uso dei vaccini come misura di prevenzione sanitaria. L’OMS ricorda quanto sia ancora necessario un profondo impegno a livello politico, professionale e personale, continuare a investire nelle politiche di vaccinazione e tenere ben presente i significativi ritorni economico-sociali dati dall’immunizzazione, non solo per quanto riguarda la salute dei bambini e la mortalità infantile, ma anche per la riduzione della povertà, l’equità, la produzione, l’istruzione e il rafforzamento dei sistemi sanitari nel loro complesso. “Close the immunization gap” è lo slogan della campagna: un invito a colmare il divario di immunizzazione, volto a comunicare l’urgenza di raggiungere l'equità nei livelli di immunizzazione, come indicato nel Piano d’Azione Globale per i Vaccini (Global Vaccine Action Plan – GVAP) che mira a prevenire milioni di morti entro il 2020 attraverso l’accesso universale ai vaccini per le popolazioni di tutto il mondo.
Leggi lo studio su “Jama”
Leggi l’Editoriale di accompagnamento su “Jama”
Guarda il video dell’OMS “World Immunization Week 2015 – Close the Immunization Gap”
Leggi il comunicato dell’OMS sulla Settimana Mondiale dell’Immunizzazione
Leggi l’Editoriale di Luca Pani sul sito dell’AIFA
Leggi il comunicato dell’OMS sull’importanza della vaccinazione contro il morbillo nei diversi gruppi di età a rischio
Published on: 28 April 2015