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Studio pubblicato su Nature Neuroscience chiarisce dove nasce l’Alzheimer - Studio pubblicato su Nature Neuroscience chiarisce dove nasce l’Alzheimer

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Studio pubblicato su Nature Neuroscience chiarisce dove nasce l’Alzheimer

Alcuni ricercatori del Medical Center della Columbia University (CUMC) hanno pubblicato uno studio nell'edizione online della rivista Nature Neuroscience che chiarisce dove inizia l'Alzheimer, perché e come si diffonde.

Usando la risonanza magnetica funzionale ad alta risoluzione (fMRI) su pazienti con Alzheimer e su modelli animali della malattia, questo studio è il primo a mostrare che la malattia inizia specificamente nella corteccia entorinale laterale (LEC), considerata la porta d'accesso all'ippocampo, che tra le altre funzioni ha un ruolo fondamentale nel consolidamento della memoria a lungo termine.

Gli autori della ricerca pubblicata su Nature Neuroscience hanno studiato 96 adulti iscritti al Washington Heights-Inwood Columbia Aging Project (WHICAP), tutti  senza demenza al momento dell'arruolamento,

sono stati seguiti per una media di 3,5 anni, momento in cui per 12 di loro è stata diagnosticata una forma lieve di Alzheimer. In queste persone si era registrata una significativa diminuzione del volume ematico cerebrale (CBV), una misura dell'attività metabolica, nella LEC rispetto alle altre 84 persone non affette da Alzheimer.

Lo studio dimostra che, con il passare del tempo, la malattia si diffonde dalla LEC ad altre aree della corteccia cerebrale, in particolare alla corteccia parietale, una regione del cervello che ha numerose funzioni, tra cui quella dell’orientamento spaziale. I ricercatori sospettano che la malattia si diffonda compromettendo la funzionalità dei neuroni della LEC, il che a sua volta compromette l'integrità dei neuroni nelle aree adiacenti.

Una seconda parte dello studio ha affrontato il ruolo della proteina Tau e del precursore della proteina Amiloide APP nella disfunzione della LEC. Quest'area del cervello dove tutto ha inizio è particolarmente vulnerabile all'Alzheimer perché normalmente accumula Tau, che sensibilizza la LEC all'accumulo di APP. Insieme queste due proteine danneggiano i neuroni dando inizio alla malattia.

Oltre a farci comprendere meglio la malattia, i risultati di questo studio potrebbero migliorarne la diagnosi precoce, consentendo di curarla in uno stadio iniziale.

Leggi l’articolo su Nature Neuroscience


Published on: 31 December 2013

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