.png)
Fibrillazione atriale: utile riduzione di peso e gestione dei fattori di rischio - Fibrillazione atriale: utile riduzione di peso e gestione dei fattori di rischio
Fibrillazione atriale: utile riduzione di peso e gestione dei fattori di rischio
Uno studio clinico randomizzato condotto dai ricercatori australiani del Center for Heart Rhythm Disorders, del dipartimento di Cardiologia dell’Ospedale di Adelaide e pubblicato sulla rivista JAMA, ha rilevato che la riduzione del peso e la gestione intensiva dei fattori di rischio hanno determinato una diminuzione della gravità dei sintomi della fibrillazione atriale e un benefico rimodellamento cardiaco. Questi risultati supportano la terapia rivolta al peso corporeo e ai fattori di rischio nella gestione della fibrillazione atriale.
L’obesità è un noto fattore di rischio per la fibrillazione atriale. L’obiettivo dei ricercatori era determinare l'effetto della riduzione del peso e della gestione dei fattori di rischio cardiometabolico sulla gravità della fibrillazione atriale e sulla struttura cardiaca.
Lo studio monocentrico controllato, randomizzato, parzialmente in cieco, è stato condotto tra giugno 2010 e dicembre 2011 ad Adelaide, in Australia, tra i pazienti ambulatoriali in sovrappeso e obesi con fibrillazione atriale sintomatica. I pazienti sono stati sottoposti a una mediana di 15 mesi di follow-up e assegnati casualmente a un intervento di gestione del peso o a consigli generali sullo stile di vita (controllo). Entrambi i gruppi sono stati sottoposti a gestione intensiva dei fattori di rischio cardiometabolico.
Gli outcome primari erano i punteggi della scala di severità della Fibrillazione Atriale, l’onere e la gravità dei sintomi. I punteggi sono stati misurati ogni 3 mesi dal basale fino a 15 mesi. Gli outcome secondari eseguiti al basale e a 12 mesi sono stati gli episodi complessivi di fibrillazione atriale e la durata cumulativa misurata con l’Holter cardiaco di 7 giorni, l’ecocardiografia della zona atriale sinistra e lo spessore del setto interventricolare.
Dei 248 pazienti esaminati, 150 sono stati randomizzati (75 per gruppo) e sottoposti a follow-up. Il gruppo di intervento ha mostrato una riduzione significativamente maggiore, rispetto al gruppo di controllo, nel peso e nei punteggi relativi alla gravità dei sintomi della fibrillazione atriale, nel numero e nella durata complessiva degli episodi. Inoltre, c'è stata una riduzione dello spessore del setto interventricolare e della zona atriale sinistra nei gruppi di intervento e di controllo.
http://jama.jamanetwork.com/article.aspx?articleid=1779533
Published on: 21 November 2013