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Indicatori per valutare la qualità della prescrizione farmacologica nella popolazione anziana: la polifarmacoterapia - Indicatori per valutare la qualità della prescrizione farmacologica nella popolazione anziana: la polifarmacoterapia

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Indicatori per valutare la qualità della prescrizione farmacologica nella popolazione anziana: la polifarmacoterapia

L’indagine a tappeto sull’appropriatezza prescrittiva per il paziente anziano, condotta dal Geriatrics Working Group dell’AIFA, ha evidenziato che in alcuni casi gli effetti positivi dei farmaci non sono pienamente recepiti e che a volte ci sono comportamenti potenzialmente a rischio che richiedono approfondimenti e lo sviluppo di nuove strategie per limitarli.

Il Geriatric Working Group dell’Agenzia Italiana del Farmaco ha ritenuto, dunque, necessario sviluppare un set di indicatori per valutare la qualità della prescrizione farmacologica nella popolazione di ultrasessantacinquenni in Italia. Tali indicatori non vogliono essere esaustivi di tutti i possibili comportamenti prescrittivi  non corretti, ma sono stati sviluppati con l’intenzione di fornire uno strumento per monitorare la qualità della prescrizione farmacologica in Italia.

Tra questi, è risultata comune la polifarmacoterapia, da intendersi come la prescrizione/assunzione concomitante di due o più farmaci appartenenti o meno alla stessa classe terapeutica. Due o più farmaci possono essere co-prescritti per il trattamento di una stessa patologia, al fine di migliorare l’efficacia e ridurre i rischi della terapia  (es. morbo di Parkinson, ipertensione arteriosa), oppure per il trattamento di patologie differenti. In generale, la polifarmacoterapia può essere considerata un indice di severità clinica ed è un fattore di rischio di interazione farmacologica.

Un recente studio (Espino e coll.) ha riportato per i pazienti in politerapia (≥ 5 farmaci) un aumento del rischio di mortalità. In tre studi di popolazione, condotti su registri di prescrizione sia nazionali che locali svedesi, è stato dimostrato come l’incremento delle interazioni gravi fosse linearmente correlato al numero dei farmaci assunti ed aumentasse per i soggetti di sesso maschile di età compresa tra i 70 e gli 89 anni. Nel contesto italiano, uno studio (Onder e coll.) ha riportato come, nei soggetti anziani ospedalizzati, l’incremento del numero dei farmaci aumenti il rischio di reazioni avverse (18% per ogni farmaco in più).

L’indagine condotta dai componenti dal Geriatrics Working Group dell’AIFA, sollecitata dal Presidente Sergio Pecorelli, ha evidenziato che l’11% della popolazione anziana (più di 1,3 milioni di individui) assume più di 10 farmaci al giorno. In particolare, il gruppo di età tra i 75 e gli 84 anni è stato esposto al più alto carico farmacologico, con il 55% dei soggetti trattati con 5‐9 farmaci e il 14% con 10 o più farmaci. È interessante notare che la prevalenza della politerapia è stata inferiore nei soggetti di età di 85 anni o più rispetto a quelli tra i 75‐84 anni, un dato che potrebbe far pensare ad un approccio più attento al trattamento farmacologico nel soggetto più anziano. In effetti, la coesistenza di una complessità clinica e di una aspettativa di vita limitata, insieme alla mancanza di prove di efficacia derivanti da studi clinici su persone molto anziane, non forniscono ai medici le conoscenze adeguate sui risultati associati ad un trattamento farmacologico aggressivo.

L’aumentata aspettativa di vita nei paesi occidentali, in particolare l’Italia, ha determinato un incremento notevole, tra i fruitori del Sistema Sanitario Nazionale, dei soggetti anziani in molti casi affetti da co-morbosità e quindi trattati simultaneamente con più farmaci. Tale categoria di pazienti si rivolge a molti specialisti, che possono modificare il profilo prescrittivo del paziente, con un aumentato rischio di terapie sovrapponibili e/o coesistenti. Conoscere il consumo di farmaci e l’impatto della polifarmacoterapia nella popolazione ultrasessantacinquenne fornisce informazioni critiche per la valutazione dell’attività prescrittiva, oltre a indicazioni sul possibile rischio sia di interazioni farmacologiche negative che di trattamenti inappropriati. 

Leggi la Sintesi dello Studio Working Group geriatrico AIFA


Pubblicato il: 28 agosto 2013

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