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Pecorelli: l’aderenza alle terapie è una sfida culturale da vincere

Il Presidente AIFA “alla radice della mancata aderenza vi è un problema culturale. È una sfida multidisciplinare che pazienti, clinici, mondo regolatorio e filiera della salute devono vincere assieme”.

È un problema importante quello della non aderenza alle terapie, nel nostro Paese circa la metà delle persone affetta da una patologia cronica non assume i farmaci in maniera aderente”. Con queste parole il Presidente dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), Sergio Pecorelli, ha commentato il tema dell’aderenza alle terapie, in occasione dell’evento “Punto Insieme Sanità – Fare aderenza”, organizzato oggi a Roma da Federanziani.

Il concetto di aderenza si è imposto da tempo nel dibattito pubblico” ha proseguito Pecorelli “ma fino a poco tempo fa non ci si era resi conto di quale fosse l’impatto di questo fenomeno, sia in termini sanitari che economici, perché solo recentemente abbiamo avuto accesso ai dati. Grazie ai big data, ovvero ai circa 800 milioni di ricette raccolte in Italia nel database AIFA ogni anno, abbiamo una fotografia chiara della situazione”.

Naturalmente non dobbiamo mai dimenticare l’altra faccia della medaglia” ha aggiunto il Presidente dell’AIFA “quella della congruità nella prescrizione, non è infatti sufficiente che il paziente sia aderente, occorre essere sicuri che la cura che sta seguendo sia quella appropriata”.

L’aderenza” ha concluso Sergio Pecorelli “è un concetto multidisciplinare che ha a che fare anche con la capacità del paziente di essere protagonista della sua salute, con l’alfabetizzazione in materia di salute, che dovrebbe iniziare sin dalla scuola dell’obbligo, e con gli stili di vita. Si tende sempre a esaminare il problema dell’aderenza sotto la spinta del fattore economico, ed è comprensibile visto che le stime parlano di danni economici e potenziali risparmi che ammonterebbero a decine di miliardi di euro, ma non bisogna mai dimenticare che a monte vi sono soprattutto dei fattori culturali ed etici”.

Guarda l’intervista al Prof. Pecorelli e guarda il suo intervento


Pubblicato il: 25 marzo 2015

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