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Studio su Nature rivela la mappa dei virus dell’influenza - Studio su Nature rivela la mappa dei virus dell’influenza

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Studio su Nature rivela la mappa dei virus dell’influenza

Uno studio pubblicato su Nature analizza i modelli di circolazione globale dei ceppi virali più comuni dell’influenza stagionale, fornendo un resoconto dettagliato della diffusione dei virus e suggerendo una complessa interazione tra la loro evoluzione, l'epidemiologia e il comportamento umano.

Lo studio, condotto da un team internazionale di ricercatori guidato dall'Università di Cambridge e dal Fred Hutchinson Cancer Research Center con la collaborazione dei Centri per l’Influenza dell’OMS, ha utilizzato i dati provenienti dal Global Influenza Surveillance and Response System dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dall’Influenza Research Database, rilevando sorprendenti differenze di comportamento tra i vari tipi di virus dell'influenza stagionale, dovute molto probabilmente alla velocità con cui i diversi virus evolvono.

La ricerca ha analizzato, tra il 2000 e il 2012, 9.604 varianti genetiche dei quattro principali tipi di virus responsabili dell'influenza stagionale nell’uomo: due virus del tipo A (H3N2 e H1N1) e due del tipo B (Yamagata e Victoria). I quattro virus causano sintomi indistinguibili e si evolvono geneticamente in tempi piuttosto rapidi, sfuggendo così all'immunità indotta da infezioni e vaccinazioni precedenti. Questa evoluzione “antigenica” è uno dei motivi per cui le persone prendono l’influenza più volte nel corso della vita.

Mentre gli schemi di diffusione del virus H3N2 sono stati in passato ben descritti in una serie di articoli pubblicati su riviste scientifiche, quelli del virus H1N1 e dei virus B erano rimasti finora, in realtà, in gran parte inesplorati. Il lavoro pubblicato su Nature dimostra che, nonostante le somiglianze di fondo tra i quattro virus, i virus H1N1 e B si comportano in modo molto diverso dai virus H3N2. Si è osservato in particolare che, mentre i virus H3N2 non sopravvivono tra un’epidemia e l’altra e nuove varianti emergono ogni anno dall’Est e Sud-est asiatico, i virus H1N1 e B spesso circolano incessantemente; questo movimento continuo dà luogo a una grande varietà di questi virus.

Il movimento globale meno frequente dei virus H1N1 e B coincide con tassi più lenti di evoluzione antigenica, minore età di chi contrae l’influenza ed epidemie più contenute e meno frequenti rispetto a quelle causate dal virus H3N2. I virus che si evolvono più lentamente, come l’H1N1 e i virus B, tendono a resistere tra un’epidemia e l’altra e a rimanere stanziali; il virus H3N2, invece, si diffonde rapidamente in tutto il mondo ma tende a scomparire altrettanto rapidamente alla fine di un’epidemia e infetta più facilmente gli adulti, che tendono a viaggiare più frequentemente rispetto ai bambini, offrendo più opportunità di diffusione al virus stesso. Ciò porta a una maggiore percentuale di infezioni negli adulti causate dal virus H3N2 rispetto ai virus H1N1 e B.

Lo studio di Nature fa luce anche sul ruolo dell'India nella diffusione globale del virus dell'influenza stagionale. Oltre alla Cina e al Sud-Est asiatico risulta evidente, infatti, che anche l’India ricopre un ruolo importante nell'evoluzione e diffusione dei virus influenzali stagionali, anche se la sorveglianza epidemiologica in quelle zone è iniziata solamente nel 2004.

Il focus della ricerca sull'influenza in passato è stato su Cina e Sud-est asiatico, ma ora la sorveglianza dei virus influenzali in India, la patria di più di un sesto della popolazione mondiale, è divenuta una priorità per contribuire a salvaguardare l’India stessa e il mondo contro l'influenza stagionale.

Leggi l’abstract dello studio su Nature


Pubblicato il: 26 giugno 2015

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