"Disturbi cerebrali: una sfida economica e culturale da vincere" - "Disturbi cerebrali: una sfida economica e culturale da vincere"
"Disturbi cerebrali: una sfida economica e culturale da vincere"
Il livello di assistenza offerto ai pazienti affetti da disturbi cerebrali come indice della civiltà di un Paese. È questa la chiave di lettura offerta dal Prof. Luca Pani e dal Dott. Paolo Siviero, rispettivamente Direttore Generale e Responsabile dell’Area Strategia e Politiche del Farmaco dell’AIFA, in un articolo pubblicato su “Neuropenews”, testata online della European Federation of Neurological Societies, che commenta i recenti lavori dello European Brain Council sul costo dei disturbi cerebrali in Europa.
“I dati dell’OMS” sostengono Pani e Siviero “ci ricordano come i disturbi del cervello in Europa rappresentino il 35% di tutte le malattie. Un dato importante confermato dalle rilevazioni sulla spesa e il consumo di farmaci in Italia, secondo il rapporto OsMed gennaio-settembre 2011, infatti, i medicinali per il sistema nervoso centrale sono la terza voce di spesa a livello territoriale (17,9 euro pro capite), con il numero più alto di prescrizioni a carico dei farmaci antidepressivi e la maggior spesa degli antiepilettici”.
“In questo quadro” proseguono gli autori “si inseriscono ulteriori fattori come lo stigma sociale associato a questo tipo di malattie e la riluttanza dei pazienti ad ammettere l’esistenza di tali disturbi, che ritardano la diagnosi e, di conseguenza, l’inizio di una terapia, riducendo l’efficacia delle cure”.
“Le sperimentazioni che riguardano i brain disorders sono esigue” affermano Pani e Siviero “il 10° Rapporto OsSC (Rapporto Nazionale sulle Sperimentazioni Cliniche 2011) informa che, su un totale di 3863 sperimentazioni cliniche, condotte tra il 2006 e il 2010, quelle relative all’ambito psichiatrico e psicologico sono state 67. Le industrie farmaceutiche in Europa, dunque, appaiono sempre meno interessate alla ricerca sui disturbi del cervello e questo stato di cose rischia di ampliare la forbice tra le aspettative e i bisogni di cura dei malati, da un lato, e le terapie innovative esistenti dall’altro”.
“L’intervento delle istituzioni, come l’Agenzia Italiana del Farmaco in questo campo è strategico” concludono Luca Pani e Paolo Siviero. “AIFA, nel rispetto della sua mission, promuove la ricerca indipendente, dedicando particolare attenzione agli studi osservazionali o sperimentali sui disturbi psichiatrici e i farmaci ad essi connessi. Sono attualmente in corso ad esempio uno studio di valutazione dei percorsi diagnostici e terapeutici dei bambini e degli adolescenti che utilizzano psicofarmaci, uno studio sulle modalità di somministrazione di L-dopa nella Malattia di Parkinson in fase iniziale e uno studio sull’efficacia e la tollerabilità del litio in aggiunta ai trattamenti antidepressivi nei soggetti con depressione resistente e rischio suicidario. Ci sono state anche alcune scientific advices tra enti regolatori e organismi HTA per identificare un approccio sostenibile per lo sviluppo di nuovi farmaci in questo settore. Ma questi interventi da soli non sono sufficienti. È urgente la necessità di colmare un gap tuttora presente, migliorando l’attenzione dedicata ai brain disorders nei percorsi accademici esistenti e considerando l’innovatività nel campo dei disturbi neurologici e mentali come una sfida economica e culturale da vincere”.
Pubblicato il: 03 aprile 2012