Aderenza al trattamento con antiosteoporotici nella popolazione anziana. Lo studio del Working group geriatrico dell'AIFA - Aderenza al trattamento con antiosteoporotici nella popolazione anziana. Lo studio del Working group geriatrico dell'AIFA
Aderenza al trattamento con antiosteoporotici nella popolazione anziana. Lo studio del Working group geriatrico dell'AIFA
Il Geriatric Working Group dell’AIFA ha approfondito la correttezza delle cure nella popolazione anziana. La ricerca è stata condotta dai componenti dal Working Group, tra i quali Massimo Fini, Direttore scientifico dell’IRCCS San Raffaele Pisana che insieme al dott. Pietro Folino Gallo, Direttore dell’Ufficio Assessment europeo dell’AIFA, ha coordinato il Gruppo di lavoro e dal dott. Graziano Onder, geriatra del Centro di Medicina dell’Invecchiamento dell’Università Cattolica-Policlinico A. Gemelli di Roma, primo autore dello studio.
Il Working Group ha sviluppato un set di indicatori allo scopo di focalizzare la qualità della prescrizione farmacologica nella popolazione di ultra sessantacinquenni in Italia. I 13 indicatori individuati non possono sostituire la valutazione clinica delle necessità del singolo paziente, ma evidenziano una serie di riflessioni importanti per mettere in luce i possibili miglioramenti di qualità nella prescrizione e nell’uso dei farmaci nella popolazione anziana. Tra gli approfondimenti condotti dal Working group anche un focus dedicato all'aderenza al trattamento con antiiosteoporotici nella popolazione anziana.
Nel focus si legge che "Lo “Studio Epidemiologico sulla Prevalenza di Osteoporosi” ha stimato in Italia che il 23% delle donne ed il 14% degli uomini sono affetti da osteoporosi. Il 50% delle donne ed il 12,5% degli uomini di età >50 anni ha riportato almeno una frattura nel corso della propria vita. Nonostante la dimostrata efficacia del trattamento antiosteoporotico nella riduzione del rischio di fratture, la non aderenza alla terapia rimane un problema rilevante, dato che la proporzione dei soggetti non aderenti permane tra il 35 ed il 65% ad un anno dall’inizio del trattamento. Inoltre, i soggetti non aderenti hanno mostrato un aumento del rischio di fratture del 30-45% rispetto agli aderenti a partire dal sesto mese di terapia. L’osteoporosi costituisce un problema di sanità pubblica rilevante poiché, con l’invecchiamento progressivo della popolazione, le fratture osteoporotiche sono diventate una delle maggiori cause di disabilità, con un conseguente aumento della spesa sanitaria.
Sono ancora pochi gli studi nel contesto italiano volti a verificare l’efficacia dei farmaci antiosteoporotici sul rischio di fratture in funzione dei livelli di aderenza".
Pubblicato il: 15 ottobre 2013