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AIFA: i dati di consumo dei farmaci antineoplastici
I farmaci antineoplastici e immunomodulatori rappresentano la terza categoria terapeutica in termini di spesa farmaceutica complessiva (3.323 milioni di euro) e la dodicesima categoria in termini di consumi, pari a 13,5 DDD ogni 1.000 abitanti die. Il 91,3% della spesa deriva dall’acquisto dei farmaci antineoplastici ed immunomodulatori da parte delle strutture sanitarie pubbliche (3.034 milioni di euro), mentre una quota pari al 7,8% della spesa è stata erogata in regime di assistenza convenzionale (260 milioni di euro) e il restante 0,9% è attribuito alla spesa privata sostenuta direttamente dal cittadino. La spesa pro capite totale per farmaci antineoplastici ed immunomodulatori è pari a 55,9 euro e nello specifico dei medicinali dispensati attraverso le farmacie territoriali, l’Italia è il secondo Paese con la più bassa incidenza della spesa pubblica e privata per farmaci antineoplastici ed immunomodulatori (1,2%; esclusa la quota ospedaliera), dopo il Portogallo (0,4%).
In termini di spesa e di consumi erogati a carico del SSN, la spesa per farmaci antineoplastici ed immunomodulatori è pari a 3.294 milioni di euro, in crescita del +11,7% rispetto all’anno precedente, accompagnata da una crescita dei consumi (+3,6%), e comunque in linea con il trend dei consumi degli ultimi sette anni.
Si conferma un consumo progressivamente maggiore all’avanzare dell’età, con un netto aumento della prevalenza d’uso nelle donne rispetto agli uomini a partire dai 35 anni. Questo andamento, accentuatosi nel corso degli ultimi anni, è legato alla prescrizione della terapia del cancro alla mammella, a seguito della frequenza della patologia e della maggiore capacità di diagnosi in stadi precoci, oltre che delle numerose linee di terapia disponibili e del loro impiego per lunghi periodi di tempo in una patologia che registra un aumento della sopravvivenza.
Gli inibitori enzimatici rappresentano la prima categoria terapeutica a maggior incidenza sulla spesa convenzionata (circa il 31%), con consumi medi in crescita del +1,4%, pur in presenza di una netta riduzione del costo medio per DDD del -43,7%, essenzialmente derivante dalla perdita della copertura brevettuale di tutti i principi attivi compresi in questa categoria (ad es. anastrozolo, letrozolo ed exemestane). Al secondo posto si colloca la categoria degli immunosoppressori, relativa agli inibitori della calcineurina, che evidenziano una riduzione della spesa convenzionata del -4,6%, parallelamente ad una riduzione sia dei consumi (-4,3%) sia del costo medio per DDD del -0,4%. La ciclosporina è il primo principio attivo a maggiore incidenza sulla spesa convenzionata per farmaci antineoplastici ed immunomodulatori (24%) in decremento rispetto al 2011, sia in termini di spesa (-3,9%) che di consumi (-4,1%). Nessun principio attivo antineoplastico o immunomodulatore risulta compreso tra i primi 30 principi attivi a maggiore spesa e consumo in regime di assistenza farmaceutica convenzionata.
Sul versante dell’acquisto di farmaci da parte delle strutture sanitarie pubbliche le categorie a maggior spesa sono rappresentate dagli anticorpi monoclonali (10,2 euro pro capite), dagli inibitori del fattore di necrosi tumorale alfa (TNF-α) (9,2 euro pro capite) e dagli inibitori della proteina chinasi (7,6 euro pro capite). Per tutte e tre le categorie descritte si registrano aumenti sia in termini di spesa sia in termini di consumi rispetto all’anno precedente.
Leggi il Rapporto OsMed 2012
Pubblicato il: 02 ottobre 2013