.png)
Farmaci per l’ipertensione nei bambini: una revisione sistematica Cochrane - Farmaci per l’ipertensione nei bambini: una revisione sistematica Cochrane
Farmaci per l’ipertensione nei bambini: una revisione sistematica Cochrane
Una revisione sistematica sugli effetti a breve termine di alcune classi di farmaci per l’ipertensione nei bambini è stata condotta dal Gruppo di lavoro sull’Ipertensione del Cohcrane. I dati più numerosi riguardano il candesartan, per cui è stato riscontrato un modesto effetto nella riduzione della pressione sanguigna. Complessivamente non è stata invece provata la relazione tra dosi crescenti di sartani, calcio antagonisti o inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina e l’ulteriore riduzione della pressione sanguigna.
È noto che l’ipertensione aumenta il rischio di malattie cardiache, ictus e insufficienza renale. La prevalenza dell’ipertensione nei bambini è in aumento probabilmente a causa di una contemporanea crescita dei tassi di obesità. Nei bambini con ipertensione, sono spesso raccomandati, come terapia di prima linea, interventi non farmacologici, ma una percentuale significativa finirà per richiedere un trattamento farmacologico per ridurre la pressione sanguigna, soprattutto in caso di danno organico al momento della presentazione o durante il follow- up.
La revisione sistematica condotta dal Gruppo Cochrane ha riguardato 21 studi clinici (3454 bambini), in cui sono stati valutati diversi farmaci per ridurre i valori della pressione sanguigna tra i bambini con ipertensione. La maggior parte degli studi aveva durata molto breve, in media sette settimane. Sono state valutate solo alcune classi di farmaci comunemente prescritte e la maggior parte ha avuto un effetto modesto sulla pressione sanguigna, e non è certo che si possano raggiungere risultati migliori nel lungo termine.
Tra i bloccanti del recettore dell'angiotensina, candesartan (un trial, n = 240), a confronto con un placebo, ha ridotto la pressione arteriosa sistolica di 6,50 mmHg e la pressione diastolica di 5.50 mmHg. Alte dosi di Telmisartan (un trial, n = 76), rispetto al placebo, hanno ridotto la pressione arteriosa sistolica di 8,50 mmHg, ma non la pressione arteriosa diastolica. Un Beta-bloccante (metoprololo, un trial, n = 140), a confronto con un placebo, ha ridotto significativamente la pressione sanguigna sistolica di 4,20 mmHg, ma non la pressione diastolica. Un beta-bloccante in combinazione con un diuretico (Bisoprolol/idroclorotiazide, uno studio, n = 94), a confronto con un placebo, non ha comportato una significativa riduzione della pressione sanguigna sistolica, ma ha avuto un effetto sulla pressione arteriosa diastolica. Un calcioantagonista (felodipina a rilascio prolungato, uno studio, n = 133) non è stato efficace nel ridurre la pressione arteriosa sistolica né la pressione arteriosa diastolica, a confronto con il placebo. Inoltre, dosi più elevate di farmaco non hanno generalmente comportato una maggiore riduzione della pressione arteriosa. Gli eventi avversi associati con i farmaci antipertensivi sono stati per lo più minori e hanno incluso mal di testa, vertigini e infezioni delle vie respiratorie superiori.
Leggi lo studio su Pubmed Health
Pubblicato il: 06 febbraio 2014