.png)
Furti di farmaci negli ospedali - Studio Transcrime - Furti di farmaci negli ospedali - Studio Transcrime
Furti di farmaci negli ospedali - Studio Transcrime
Insieme alla contraffazione, la problematica riguardante i furti di farmaci si sta attualmente rivelando la nuova frontiera del crimine farmaceutico: negli ultimi anni, infatti, nel nostro Paese si assiste a un incremento significativo dei furti di medicinali negli ospedali.
Il fenomeno è stato approfondito nello studio "The theft of medicines from Italian hospitals" pubblicato da Transcrime, il Centro interuniversitario di ricerca sulla criminalità transnazionale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e dell’Università degli Studi di Trento. L'analisi, la prima del genere condotta a livello europeo, definisce il quadro di un fenomeno criminale in rapida espansione, ma spesso poco indagato, rispetto al quale rischiano di essere sottostimati i danni per i pazienti, le aziende farmaceutiche e il Sistema Sanitario Nazionale.
Lo studio di Transcrime ha analizzato il fenomeno attraverso una rassegna delle notizie relative ai furti di medicinali riportate dai giornali italiani tra il 2006 e il 2013: un ospedale italiano su dieci ha subito un furto di farmaci con una perdita, per ogni episodio, pari a circa 330 mila euro; negli ultimi 7 anni il danno complessivo è stimabile intorno ai 18,7 milioni di euro.
Dallo studio, che ha evidenziato come nel 2013 si siano verificati almeno 51 furti, è emerso che la problematica si riscontra sull’intero territorio nazionale, con un’incidenza maggiore nelle regioni con alti livelli di criminalità organizzata (Sud Italia) e in quelle di confine, geograficamente prossime all’Europa dell’Est e alla Grecia, probabili mete di destinazione dei medicinali rubati (regioni del Nord Est e regioni affacciate sull’Adriatico). In particolare, Campania e Puglia rappresentano il 45% dei casi totali, seguite dal Molise; al Centro e al Nord le regioni più colpite sono invece Lazio, Lombardia e Friuli Venezia Giulia.
Gli ospedali che hanno registrato il numero maggiore di furti sono quelli più grandi in termini di dimensioni e attività (con un maggior numero di discipline/reparti), strutture più vulnerabili e difficilmente sorvegliabili per via del maggior turnover del personale tutto e della propria estensione, come per esempio il “Federico II” di Napoli e il “Cardarelli” di Campobasso.
Il fenomeno, spiega lo studio, può essere determinato da una varietà di fattori: la necessità di acquistare medicinali a prezzi più bassi di quelli del mercato legale (se non rimborsati dal SSN) o di reperire farmaci carenti, oppure la volontà di ricorrere a farmaci e sostanze attive legali per finalità illegali (ad esempio, l’uso di EPO nel doping). Tra i farmaci più frequentemente oggetto di furto rientrano quelli più costosi: gli antitumorali (sottratti in 32 casi), seguiti dagli immunosoppressori (13 casi), gli antireumatici (12) e i farmaci biologici (10), ma anche farmaci usati per fini illeciti e medicinali correlati agli stili di vita, come quelli per il trattamento delle disfunzioni erettili. Nella maggior parte dei casi si tratta di farmaci di classe H o A, la cui spesa è interamente a carico del Servizio Sanitario Nazionale: ciò, ovviamente, causa danni alla salute dei pazienti e allo Stato. È presumibile, secondo lo studio, che questi farmaci vengano reimmessi sul mercato illegale, a livello nazionale ma anche all'estero, in Paesi caratterizzati da un sistema sanitario più debole o da difficoltà di accesso ai canali legali (es. Est Europa e Grecia). La geografia dei furti, la tipologia dei farmaci sottratti e le modalità di ricettazione confermano l‘ipotesi che in questa attività illecita possa essere coinvolta la criminalità organizzata, sia italiana sia straniera (soprattutto dell'Est Europa), in grado di “piazzare” i medicinali sul mercato illegale, anche estero.
Le ragioni per cui il settore farmaceutico è vulnerabile al traffico illecito, spiega lo studio, sono molteplici: i farmaci sono beni primari, non sostituibili; la loro domanda è in continuo aumento a causa dell’invecchiamento della popolazione e dei cambiamenti delle abitudini; il loro valore commerciale è generalmente alto, soprattutto per quelli usati nella cura di patologie gravi; non tutti i farmaci sono accessibili gratuitamente o a basso prezzo (alcuni farmaci possono essere distribuiti solamente dagli ospedali o sotto il controllo di uno specialista). Inoltre, le loro caratteristiche (di volume ridotto e peso leggero) li rendono facilmente occultabili e trasportabili; le nuove tecnologie hanno poi semplificato sia la produzione sia la distribuzione di farmaci rubati o contraffatti. La domanda di farmaci è quindi in costante aumento, sui mercati legali come su quelli illegali e le organizzazioni criminali cercano di soddisfare questa domanda usando tutti i mezzi possibili, dalla contraffazione ai furti.
I risultati dello studio non rappresentano solo un primo passo verso una maggiore conoscenza del fenomeno ma possono, nel contempo, essere di aiuto sia nelle inchieste già in corso sia nella pianificazione delle attività di prevenzione. Si tratta di un tema cui l’AIFA dedica da tempo attenzione nel quadro delle attività di controllo finalizzate a individuare sul nascere fenomeni riconducibili a profili di illegalità, come testimoniato dall’avvio, in collaborazione con Farmindustria, ASSO-RAM e Comando Carabinieri TS-NAS, di un progetto pilota che, attraverso la condivisione dei dati relativi ai furti, aggiornati costantemente sulla piattaforma messa a disposizione dall’AIFA, ha l’obiettivo di delineare, a partire dall’analisi degli stessi, adeguate strategie in termini di prevenzione e contrasto.
La condivisione dei dati e l’individuazione delle variabili più significative rispetto agli episodi di furto rappresentano un presupposto fondamentale per delineare nel modo più reale possibile l’evoluzione del fenomeno e individuare le modalità di intervento più efficaci.
Leggi lo studio
Pubblicato il: 17 marzo 2014