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JAMA - associazione tra polmonite e aumento del rischio di malattie cardiache

Secondo uno studio pubblicato su the Journal of the American Medical Association, i pazienti più anziani che sono stati ricoverati a causa di polmonite, sembrano riportare un aumento del rischio di infarto, ictus o morte per malattia cardiaca negli anni successivi.

I ricercatori hanno concluso che i partecipanti al Cardiovascular Health Study (CHS), che avevano un’età media al basale di 73anni, presentavano un rischio maggiore di quattro volte di insorgenza di malattie cardiovascolari nei 30 giorni successivi all’ospedalizzazione per polmonite e un rischio 1.86 volte maggiore nei 10 anni successivi, dopo aggiustamento per multipli fattori confondenti.

"Un singolo episodio di polmonite potrebbe avere conseguenze a lungo termine diversi mesi o anni più tardi", ha affermato il ricercatore senior Sachin Yende, Professore associato presso l'Università di Pittsburgh.
La polmonite, che colpisce l’1,2 per cento della popolazione nell'emisfero nord ogni anno, è la causa più comune di ricoveri negli Stati Uniti, hanno riportato i ricercatori nelle note di fondo.

Il team di ricerca di Yende ha raccolto i dati relativi a quasi 6.000 persone dai 65 anni in su che hanno partecipato al Cardiovascular Health Study e su quasi 16.000 persone tra i 45 ei 64 anni arruolati nello studio Atherosclerosis Risk in Communities.

In oltre 10 anni di follow-up, 206 pazienti ricoverati in ospedale con la polmonite, dei 591 presenti all’interno dello studio cardiovascolare, hanno avuto un attacco di cuore, un ictus o sono morti per malattie cardiache. Allo stesso modo, rispetto ai 680 casi di polmonite tra quelli compresi nello studio sul rischio di aterosclerosi, 112 hanno avuto un attacco di cuore, un ictus o sono morti per malattie cardiache.

"Il rischio di malattie cardiache o ictus con la polmonite è stato paragonabile al rischio notato per altri fattori, come ad esempio la pressione alta, il diabete o il fumo," ha aggiunto Yende.

"A questo punto, l'unico suggerimento per i pazienti sarebbe quello di tenere sotto controllo gli altri fattori di rischio (fumo, pressione arteriosa, diabete ecc.) ha osservato Yende. "Non esistono interventi specifici a disposizione per mitigare il rischio legato alla polmonite, anche se  la raccomandazione CDC attuale è che il vaccino pneumococcico debba essere somministrato a persone di età superiore a 65 anni e ai soggetti più giovani affetti da malattie croniche”.

Leggi lo studio su JAMA


Pubblicato il: 22 gennaio 2015

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