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JAMA: everolimus non migliora la sopravvivenza generale nei pazienti con cancro del fegato avanzato - JAMA: everolimus non migliora la sopravvivenza generale nei pazienti con cancro del fegato avanzato
JAMA: everolimus non migliora la sopravvivenza generale nei pazienti con cancro del fegato avanzato
Nonostante i dati preclinici robusti, il farmaco everolimus non è riuscito a migliorare la sopravvivenza generale nei pazienti con cancro del fegato avanzato, rispetto al placebo, secondo uno studio pubblicato su Journal of the American Medical Association (JAMA).
I pazienti affetti da carcinoma epatocellulare avanzato (HCC – un tipo di cancro al fegato) presentano una sopravvivenza media inferiore ad 1 anno, soprattutto a causa della mancanza di terapie efficaci. Il sorafenib è l'unica terapia sistemica che ha dimostrato di poter migliorare significativamente la sopravvivenza globale nel carcinoma epatico avanzato; tuttavia i suoi benefici sono per lo più transitori e modesti e la malattia in seguito continua a progredire. Nei modelli preclinici, everolimus ha impedito la progressione del tumore e ha migliorato la sopravvivenza, secondo quanto riportato nell'articolo di JAMA.
Andrew X. Zhu, del Massachusetts General Hospital Cancer Center, Harvard Medical School (Boston) e colleghi hanno assegnato in modo casuale a 546 adulti con carcinoma epatocellulare avanzato, la cui malattia è progredita durante o dopo il sorafenib o che erano intolleranti a sorafenib, everolimus (n = 362) o placebo (n = 184), entrambi somministrati in associazione con la migliore terapia di supporto e continuato fino alla progressione della malattia o alla tossicità intollerabile. In questo studio di fase 3, i pazienti sono stati arruolati da 17 paesi tra maggio 2010 e marzo 2012.
I ricercatori non hanno riscontrato alcuna differenza significativa nella sopravvivenza globale tra i due gruppi: ci sono stati 303 decessi (83,7 per cento) nel gruppo everolimus e 151 decessi (82,1 per cento) nel gruppo placebo. La sopravvivenza globale mediana è stata di 7,6 mesi con everolimus, 7,3 mesi con placebo. Il tasso di controllo della malattia (la percentuale di pazienti con una risposta completa o parziale o con una malattia stabile) è stato del 56,1 per cento copn everolimus e del 45,1 per cento con il placebo.
"I risultati di questo studio [EVOLVE-1] aumentano l'elenco degli studi di fase 3 falliti nel cancro del fegato avanzato, mettendo in evidenza difficoltà di sviluppare terapie efficaci per questo tipo di tumore," scrivono gli autori.
I ricercatori notano che EVOLVE-l e gli altri studi falliti di fase 3 hanno fornito diverse lezioni importanti, tra cui che è difficile valutare i segnali di efficacia degli studi di Fase 2; che gli end-point surrogati come il time to progression, la sopravvivenza libera da progressione e il tasso di risposta non offrono previsioni affidabili per la sopravvivenza globale negli studi di fase 3; e l’eterogeneità clinica e biologica probabilmente influisce sulle prestazioni delle terapie mirate in HCC. "In assenza di bio-marcatori predittivi ben caratterizzati e validati, gli agenti mirati probabilmente continueranno ad avere un elevato rischio di fallimento se di fase 3 studi sono condotti in popolazioni non selezionate" hanno concluso gli autori.
Leggi lo studio su JAMA
Pubblicato il: 09 luglio 2014