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JAMA Neurology: uso delle statine nell’ospedalizzazione per emorragia intracerebrale - JAMA Neurology: uso delle statine nell’ospedalizzazione per emorragia intracerebrale

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JAMA Neurology: uso delle statine nell’ospedalizzazione per emorragia intracerebrale

L'uso di statine durante il ricovero è associato a miglioramento della sopravvivenza e una migliore disposizione alla dimissione tra i pazienti colpiti da ictus ischemico.

Per determinare gli effetti dell’uso di statine in pazienti affetti da emorragia intracerebrale (ICH), un team di studiosi ha eseguito uno studio di coorte retrospettivo su 3481 pazienti con ICH ricoverati in 20 ospedali facenti parte di un gruppo sanitario integrato nel corso di un periodo di 10 anni. Le cartelle cliniche elettroniche e i registri elettronici delle farmacie sono stati analizzati per esplorare l'associazione tra uso di statine nei pazienti ricoverati e risultati clinici. Il lavoro è stato pubblicato su JAMA Neurology.

Gli outcome primari erano la sopravvivenza a 30 giorni dopo l'ICH e dimissione a casa o presso un centro di riabilitazione ospedaliera. Flint et. al hanno utilizzato la regressione logistica multivariata, effettuando un controllo per dati demografici, comorbilità, gravità iniziale e il livello del codice. Tra i pazienti ospedalizzati per ICH, gli utilizzatori di statine avevano più probabilità di essere vivi 30 giorni dopo l’evento (odds ratio [OR], 4,25 [95% CI, 3,46-5,23], P <.001) e presentavano una maggiore probabilità rispetto ai non utilizzatori di essere dimessi a casa loro o presso un centro di riabilitazione acuta (OR, 2,57 [95% CI, 2,16-3,06], P <.001). I pazienti la cui terapia con statine è stata interrotta hanno riportato meno probabilità degli utenti che hanno assunto le statine di sopravvivere a 30 giorni (OR, 0.16 [95% CI, 0,12-0,21], p <.001) e minori probabilità di dimissione a casa o presso un centro di riabilitazione acuta (OR, 0.26 [95% CI, 0,20-0,35], P <.001). I modelli degli ambienti di trattamento locale, con il metodo delle variabili strumentali (per il controllo di confondimento da covariate non misurate) hanno confermato la maggiore probabilità che la terapia con statine fosse associata ad una maggiore probabilità di sopravvivenza a 30 giorni (con un aumento della probabilità di 0,15 [95% CI, 0.04- 0,25], p = .01) e una migliore possibilità di dimissione a casa o presso una struttura di riabilitazione acuta (con un aumento della probabilità di 0,13 [95% CI, 0,02-0,24], P = .02).

In conclusione, secondo i ricercatori, l’uso ospedaliero delle statine a seguito di un ICH è associato a migliori risultati e la cessazione dell'uso di statine è associata ad un peggioramento degli esiti. Flint et al. hanno concluso che, in virtù di questi risultati, il rapporto rischio-beneficio della sospensione della terapia con statine nella fase acuta di ICH dovrebbe essere considerato con attenzione.

In un editoriale di accompagnamento, Marco Gonzalez-Castellon e Randolph Marshall del Dipartimento di Neurologia della Columbia University Medical Center, New York, New York, hanno convenuto che “la controversia che circonda l'uso delle statine in pazienti con ICH "è ben lungi dall'essere risolta".

Anche se gli autori dello studio forniscono prove convincenti che il trattamento con statine dopo acuta ICH è sicuro e migliora i risultati, almeno nel breve termine, "può ancora darsi che alcune patologie, come ad esempio l’angiopatia amiloide, presentino un aumento del rischio legato all’uso di statine che , quindi, dovrebbe essere evitato " scrivono Gonzalez-Castellon e Marshall.

E nonostante i suoi risultati positivi, lo studio ha dei limiti, fanno notare. Ha un disegno retrospettivo, mancano i dati sui volumi dei casi di ICH e non include la rendicontazione su altri farmaci che potrebbero influenzare i risultati.

Per queste ragioni, hanno detto, lo studio deve essere convalidato in una coorte prospettica.

"Per ora, tuttavia, fornisce prove sufficienti per raccomandare almeno il proseguimento della terapia con statine in seguito a emorragia intracerebrale  non amiloide per almeno 30 giorni dopo l'evento iniziale".

Conflitto di interessi: Sanofi ha fornito il farmaco e il placebo a un programma sponsorizzato dall’NIH portato avanti dal dottor Johnston. Il dottor Johnston ha ricevuto finanziamenti a sostegno della ricerca da AstraZeneca. Non si segnalano altre informazioni.

Lo studio è stato sostenuto da una sovvenzione del Kaiser Foundation Research Institute che non ha avuto alcun ruolo nella progettazione e nella conduzione dello studio; nella raccolta, gestione, analisi, o interpretazione dei dati; nella preparazione, revisione o approvazione del manoscritto o nella decisione di sottomettere il manoscritto per la pubblicazione.

Leggi lo studio e l’editoriale di accompagnamento su JAMA Neurology


Pubblicato il: 24 settembre 2014

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