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La vaccinazione contro l’influenza stagionale può ridurre il rischio di eventi cardiovascolari - La vaccinazione contro l’influenza stagionale può ridurre il rischio di eventi cardiovascolari

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La vaccinazione contro l’influenza stagionale può ridurre il rischio di eventi cardiovascolari

Il dato emerge da un recente studio condotto da un team di ricercatori canadesi e rafforza le ragioni a favore della vaccinazione anti-influenzale, specie nei soggetti più a rischio.

Anche quest’anno, a metà ottobre, come previsto dalla circolare del Ministero della Salute “Prevenzione e controllo dell’influenza: raccomandazioni per la stagione 2013-2014”, è stata avviata in Italia la campagna di vaccinazione antinfluenzale. L’Agenzia Italiana del Farmaco ricorda che vaccinarsi significa non solo prevenire l’influenza e le sue complicanze, ma anche ridurne significativamente la diffusione e proteggere particolari categorie di soggetti che sono, per ragioni anagrafiche o per condizione di salute, più vulnerabili.

L’influenza è infatti oggi tra le prime cause di morte in Italia per patologia infettiva, un frequente motivo di ospedalizzazione e la principale ragione di assenza dal lavoro e da scuola. Ma se per molti vaccinarsi contro l’influenza stagionale potrebbe consentire di evitare una settimana o più di febbre e altri sintomi fastidiosi, per chi soffre di patologie cardiache, la vaccinazione contro l'influenza potrebbe ridurre la probabilità di eventi cardiovascolari maggiori avversi, come infarto e ictus.

È quanto emerge da una revisione sistematica e meta-analisi di sei studi clinici randomizzati (5 già pubblicati e uno inedito) condotta da un team guidato da Jacob A. Udell, dell'Università di Toronto, che ha messo a confronto il vaccino dell’influenza con il placebo o il semplice controllo in pazienti ad alto rischio di malattia cardiovascolare, riportando gli esiti cardiovascolari sia in termini di efficacia che di sicurezza degli eventi. Gli studi hanno complessivamente arruolato 6735 pazienti, con un’età media di 67 anni, il 36% dei quali aveva una storia di malattia cardiaca.

Dallo studio, comparso su JAMA, è emerso che l’essere vaccinati contro l’influenza è stato associato ad un rischio di eventi cardiovascolari inferiore del 36% rispetto al non essere vaccinati. Per gli individui con recente sindrome coronarica acuta, come un infarto o un’angina instabile, il vaccino contro l'influenza è stato associato a un rischio di eventi cardiovascolari più basso del 55% entro 12 mesi rispetto a coloro che avevano avuto una recente sindrome coronarica acuta, ma non avevano ricevuto il vaccino.

“Esistevano già dei segnali che suggerivano che il vaccino antinfluenzale protegge contro infarto e ictus, –afferma Udell – ma la maggior parte di questi rapporti erano osservazionali. Così siamo andati a ritroso e abbiamo esaminato sistematicamente tutti gli studi clinici che coinvolgono vaccino o placebo, per verificare se questo segnale di cardioprotezione fosse riproducibile e coerente in tutti gli studi. È emerso che vi era una riduzione complessiva del rischio di evento cardiaco del 36% in coloro che erano stati vaccinati e che,nei pazienti ad alto rischio il vaccino contro l'influenza ha dato maggiori benefici".

La vaccinazione antinfluenzale può essere quindi associata a un rischio ridotto per il cuore?

“L'influenza– spiega Udell – può causare infiammazioni a tutti gli organi, compresi il cuore e il cervello. Tale infiammazione può anche spezzare arterie indurite e liberare placche aterosclerotiche, provocando un attacco di cuore. Un'altra teoria è che l'influenza potrebbe portare le persone a un punto di non ritorno, soprattutto i soggetti fragili e gli anziani. Da oggi – conclude Udell - abbiamo un motivo in più per vaccinarci contro l’influenza. E chi è ricoverato in ospedale per un attacco di cuore dovrebbe essere vaccinato prima di essere dimesso, in modo da evitare carenze nella cura che potrebbero essere molto pericolose”.

Leggi su JAMA:


Pubblicato il: 24 ottobre 2013

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