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Le condizioni sociali possono generare disuguaglianze di salute. Patrocinio AIFA alla Giornata di Raccolta del Farmaco - Le condizioni sociali possono generare disuguaglianze di salute. Patrocinio AIFA alla Giornata di Raccolta del Farmaco

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Le condizioni sociali possono generare disuguaglianze di salute. Patrocinio AIFA alla Giornata di Raccolta del Farmaco

Nei casi di mortalità prematura i fattori socio-economici possono essere determinanti. È quanto è emerso da uno studio,1 pubblicato nei giorni scorsi su The Lancet e condotto nell’ambito del progetto sull’invecchiamento in salute Lifepath finanziato dalla Commissione Europea, secondo cui difficili condizioni socio-economiche, come quelle legate al reddito, all’istruzione e al lavoro, possono ridurre più di 2 anni (2.6 anni per gli uomini e 1.5 anni per le donne) l’aspettativa media di vita di una persona con età compresa tra i 40 e gli 85 anni.

I ricercatori, tra cui gli italiani Silvia Stringhini e Cristian Carmeli, hanno esaminato 48 studi di coorte condotti negli Stati Uniti, in Australia e in diversi Paesi europei (Regno Unito, Italia, Portogallo, Svizzera e Francia) e hanno effettuato una meta-analisi su una popolazione di più di 1.7 milioni di persone, costituita per il 54% da donne. Si tratta del primo grande studio, durato ben 13 anni, che analizza lo stretto rapporto tra status socio-economico e mortalità prematura e costituisce la prima indagine su larga scala che procede a comparare l’importanza delle condizioni sociali con i maggiori fattori di rischio per la salute su cui si concentrano le strategie sanitarie globali.

Lo  status socio-economico è stato paragonato ai sei fattori di rischio per la salute definiti dal cosiddetto Piano 25×25 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (che si propone di ridurre del 25% la mortalità legata alle malattie non trasmissibili entro il 2025): il fumo, il diabete, l’inattività fisica, l’ipertensione, l’obesità e l’abuso di alcol, associati a una perdita di aspettativa di vita rispettivamente di 4.8, 3.9, 2.4, 1.6, 0.7 e 0.5 anni. Distinguendo tra posizione occupazionale di livello basso, intermedio e alto, gli studiosi hanno dimostrato come, sia negli uomini che nelle donne, un livello basso o intermedio sia associato a un rischio di mortalità più elevato rispetto a una posizione professionale alta e che l’incremento di mortalità legato a tale fattore di rischio supera quello associato all’obesità e all’abuso di alcool.

Nell’analisi dei dati bisogna tener conto di alcuni limiti, che suggeriscono cautela nell’interpretazione dei risultati: gli studi di coorte del consorzio Lifepath riguardano Paesi ad alto reddito e per questo i dati potrebbero non essere generalizzabili ad altre popolazioni, sebbene precedenti studi suggeriscano che i fattori di rischio socio-economici e quelli 25×25 siano forti predittori di mortalità prematura anche nei Paesi a basso e medio reddito. Un basso status socio-economico può inoltre determinare cambiamenti di uno o più fattori di rischio, così come i fattori di rischio per le malattie croniche - riducendo l’offerta di lavoro e i guadagni - potrebbero abbassare il livello dello status socio-economico. Elementi diversi rispetto alla lista dei 25×25 potrebbero, infine, essere coinvolti nel rapporto tra lo status socio-economico e la mortalità. Ad ogni modo, per raggiungere l’obiettivo globale della riduzione della mortalità, occorre includere nelle strategie di politica sanitaria a livello locale, nazionale e internazionale anche elementi come la lotta alla povertà e alla mancanza di istruzione, l’inserimento nel mondo del lavoro e l’integrazione sociale, attivando piani di intervento concreti per le classi sociali più disagiate e inserendo un’adeguata considerazione della correlazione tra condizioni sociali e salute negli obiettivi di sviluppo sostenibile.

Secondo i dati riportati nell’ultimo Rapporto Donare per curare: Povertà sanitaria e Donazione Farmaci, promosso dalla Fondazione Banco Farmaceutico onlus e presentato in AIFA lo scorso 10 novembre, anche in Italia le famiglie povere continuano a dedicare alla loro salute e ai farmaci  una quota sempre più bassa delle proprie risorse, trovandosi spesso nella condizione di dover  scegliere se mangiare o curarsi. Nell’ultimo periodo, la povertà sanitaria nel nostro Paese ha registrato un forte aumento (+8,3% nella richiesta di medicinali da parte dei 1.663 enti assistenziali sostenuti da Banco Farmaceutico) e oltre 12 milioni di italiani hanno dovuto limitare il numero di visite mediche o gli esami di accertamento per motivazioni di tipo economico. Se è vero che si spendono in media 682 euro annui a persona per le cure mediche, per gli indigenti questa spesa scende a 123 euro. Nelle famiglie non povere si utilizza il 4,4% del budget domestico per curarsi, mentre in quelle povere si usa solo il 2,6% rispetto al totale della spesa media mensile.

Consapevole dell’impatto del problema sull’intero sistema sociale in termini di crescita sostenibile, di disuguaglianza e di equità, l’Agenzia Italiana del Farmaco da tempo garantisce il proprio supporto alle iniziative volte a creare una solida collaborazione fattiva tra Istituzioni, filiera del farmaco ed enti no profit al fine di intervenire, con responsabilità etica e sociale e nel rispetto della normativa vigente, a sostegno delle persone in stato di bisogno. In qualità di Direttore Generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco, ricordo con orgoglio che anche quest’anno torna la Giornata di Raccolta del Farmaco, patrocinata da AIFA. Domani 11 febbraio nelle farmacie che in tutta Italia aderiscono all’iniziativa, i cittadini che lo vorranno potranno donare farmaci senza obbligo di ricetta medica agli enti caritativi che ogni giorno assistono centinaia di poveri che non possono permettersi le cure.

Mario Melazzini

1. Silvia Stringhini et al., Socioeconomic status and the 25×25 risk factors as determinants of premature mortality: a multicohort study and meta-analysis of 1·7 million men and women, 31 gennaio 2017 in http://www.thelancet.com/pdfs/journals/lancet/PIIS0140-6736(16)32380-7.pdf


Pubblicato il: 10 febbraio 2017

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