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Linea guida del NICE raccomanda nuovo trattamento per pazienti con insufficienza cardiaca cronica - Linea guida del NICE raccomanda nuovo trattamento per pazienti con insufficienza cardiaca cronica
Linea guida del NICE raccomanda nuovo trattamento per pazienti con insufficienza cardiaca cronica
Il National Institute for Health and Clinical Excellence (NICE) sta attualmente valutando l'uso di ivabradina come opzione di trattamento per pazienti con insufficienza cardiaca cronica. Nella linea guida definitiva appena pubblicata, il NICE ha confermato il suo precedente parere, raccomandando ivabradina come opzione per il trattamento di persone con insufficienza cardiaca cronica con disfunzione sistolica, che sono in ritmo sinusale, la cui frequenza cardiaca è di 75 battiti al minuto o più e che hanno una frazione di eiezione ventricolare sinistra pari o inferiore al 35%.
La linea guida prevede che ivabradina debba essere assunta in combinazione con la terapia standard, i beta-bloccanti, gli inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina (ACE inibitori) e gli antagonisti dell'aldosterone, o quando i beta-bloccanti sono controindicati o non tollerati, e solo dopo un periodo di stabilizzazione di 4 settimane sulla terapia standard ottimizzata.
L'insufficienza cardiaca è una sindrome clinica complessa di sintomi - come mancanza di respiro e affaticamento - e segni - come ritenzione di liquidi - che suggeriscono un’efficienza del cuore compromessa.
Lo scopo del trattamento per l'insufficienza cardiaca è quello di migliorare l'aspettativa e la qualità della vita e anche di evitare ospedalizzazioni. Secondo il Comitato di valutazione del NICE, sulla base delle evidenze disponibili, ivabradina ha dimostrato di avere un effetto benefico nel ridurre la mortalità e migliorare la qualità della vita nelle persone con alcuni tipi di insufficienza cardiaca cronica.
“Il Comitato – afferma il direttore del Centro di valutazione tecnologica del NICE, prof. Carole Longson – è consapevole del fatto che ci sono prove solide sull'efficacia degli ACE-inibitori, dei beta-bloccanti e degli antagonisti dell'aldosterone che vengono utilizzati di routine nella gestione dell’insufficienza cardiaca. Ha concluso, pertanto, che l'ivabradina potrebbe essere considerata per il trattamento di insufficienza cardiaca cronica una volta raggiunto il trattamento ottimale con questi farmaci e quando i pazienti sono ancora sintomatici dopo aver ricevuto le terapie iniziali ottimizzate, o quando i beta-bloccanti sono controindicati o non tollerati dai pazienti”.
Pubblicato il: 14 novembre 2012