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Studio su Nature, interruttore genetico coinvolto nella depressione

Secondo un nuovo studio condotto da un gruppo di ricercatori guidato dal Dr. Ronald Duman della Yale University e pubblicato nel numero di settembre di Nature Medicine, l’attività di un singolo gene metterebbe in movimento alcuni dei cambiamenti cerebrali registrati nella depressione. La scoperta suggerisce una meta promettente per potenziali terapie. Secondo i ricercatori, il miglioramento dei collegamenti sinaptici, sia mediante nuovi farmaci che con interventi comportamentali, potrà consentire lo sviluppo di terapie antidepressive più efficaci.

Le persone con maggiore disturbo depressivo o con depressione maggiore hanno sentimenti di tristezza, perdita, rabbia o frustrazione che interferiscono con la vita quotidiana per settimane o più a lungo. I sintomi della depressione includono anche perdita di memoria e disturbi del pensiero.

Passati studi hanno scoperto che le persone con depressione maggiore hanno cervelli che sono fisicamente differenti da quelli di persone non depresse. La corteccia cerebrale prefrontale, la regione anteriore del cervello che gestisce emozioni e pensieri complessi, è più piccola nel cervello depresso e anche i neuroni sono più piccoli e meno numerosi.

Per ottenere informazioni sui meccanismi neurali al lavoro, un gruppo guidato dal Dr. Ronald Duman della Yale University ha iniziato con i dati raccolti in uno studio precedente. Avevano condotto un confronto tra cervelli post-mortem di 15 persone depresse e di 15 non-depresse, abbinate per età, etnia e genere. Utilizzando chip di DNA microarray per analizzare l'attività di 20.000 geni, i ricercatori avevano trovato numerosi geni che si erano espressi (acceso e spento) in modo diverso nel cervello delle persone depresse.

Per il nuovo studio, il team si è concentrato in particolare sui geni legati alla sinapsi, il luogo in cui i segnali passano da un neurone all'altro. Il lavoro è stato in parte finanziato dal National Institute of Mental Health (NIMH) e dal National Center for Research (NCRR).
L’analisi ha rivelato che circa il 30% dei geni con espressione significativamente inferiore nel cervello depresso erano relativi ad alcuni aspetti della funzione sinapsi. Ulteriori esperimenti hanno evidenziato un’espressione significativamente ridotta per 5 geni particolari nella corteccia prefrontale di persone depresse.

Gli scienziati hanno cercato proteine-fattori di trascrizione che si legassero al DNA di altri geni per accenderli o spegnerli e che fossero in grado di regolare i 5 geni. Ne hanno trovato uno, chiamato GATA1, che si esprime significativamente di più nel cervello delle persone con disturbo depressivo maggiore.

I ricercatori hanno testato il gene nei topi e hanno scoperto che introducendo copie extra di GATA1 nel loro cervello, essi manifestavano sintomi di depressione.

"Abbiamo dimostrato che i circuiti normalmente coinvolti nelle emozioni vengono interrotti quando viene attivato il singolo fattore di trascrizione" ha spiegato Duman.

Leggi lo studio su Nature Medicine


Pubblicato il: 08 novembre 2012

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