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Vaccinazione antinfluenzale: che cos’è e perché è importante

La corretta informazione è l’unica chiave per diffondere una “cultura” della salute che possa contribuire al benessere dei cittadini e alla prevenzione delle malattie, soprattutto di quelle trasmissibili come l’influenza stagionale che ogni anno purtroppo, a causa delle sue complicanze, comporta conseguenze gravi, a volte anche fatali. Ne ha parlato ieri il Direttore Generale dell’AIFA Mario Melazzini, ospite della trasmissione Uno Mattina, per un approfondimento tematico sui benefici della vaccinazione antinfluenzale e sulle sue caratteristiche.

I vaccini autorizzati per l’uso nell’uomo, inclusi quelli contro l’influenza, sono prodotti biologici sicuri. Il loro uso in Europa è approvato e regolamentato dall’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) e dalle autorità regolatorie nazionali, in Italia appunto dall’AIFA. Come tutti i medicinali, la sicurezza dei vaccini antinfluenzali è garantita da una seria di controlli accurati cui vengono sottoposti lungo tutto il loro ciclo di vita, sia prima della loro immissione in commercio che durante la produzione e dopo la commercializzazione.

La vaccinazione antinfluenzale quindi è sicura e fortemente raccomandata per alcune categorie di persone. Si tratta di specifici gruppi considerati "ad alto rischio" di sviluppare complicanze a seguito della malattia. Tra questi, soprattutto gli ultrasessantacinquenni, i bambini di età inferiore ai due anni, le donne in gravidanza, le persone con patologie cronico-recidivanti e chi vive in comunità (ospedali, caserme, scuole, case di cura, ecc..). Purtroppo anche tra questi soggetti negli anni scorsi non si è raggiunta una copertura vaccinale adeguata. Lo scorso inverno, ad esempio, si è vaccinato meno di un anziano su due, quando il minimo raccomandato di copertura vaccinale è del 75%.

La campagna vaccinale è già iniziata dalla metà di ottobre scorso e proseguirà fino alla fine di dicembre. Nel nostro paese le Regioni e le Provincie Autonome stabiliscono le strutture deputate alla vaccinazione e oltre ai Servizi di vaccinazione dei Dipartimenti di Prevenzione delle ASL, è possibile rivolgersi anche i medici di medicina generale e ai pediatri di libera scelta.

L’immunità indotta dal vaccino dura sei-otto mesi e poi decresce. È quindi necessario vaccinarsi all’inizio di ogni nuova stagione influenzale, anche perché la composizione del vaccino viene modificata annualmente per adattarla alle caratteristiche del nuovo virus. Quest’anno, sulla base delle raccomandazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e dell’Agenzia Europea per i Medicinali, è stata inserita una variante nuova del virus AH1N1, detta Michigan. Per il resto il vaccino anti-influenzale ha la stessa composizione di quello del 2016-2017. La protezione indotta dal vaccino comincia dopo due settimane circa dalla vaccinazione.

I vaccini disponibili nel nostro Paese sono inattivati cioè non contengono particelle virali intere attive e quindi non possono causare la malattia. Tuttavia, alcuni effetti indesiderati possono essere associati alla vaccinazione antinfluenzale: la loro frequenza dipende dal tipo di vaccino, da come viene somministrato e ovviamente dall’età della persona vaccinata. I vaccini somministrati tramite iniezione intramuscolare possono causare reazioni locali comuni, come indolenzimento e arrossamento nel punto di inoculazione e si manifestano di solito entro i primi giorni successivi alla vaccinazione. Meno spesso possono comparire febbre, dolori muscolari o articolari o mal di testa. Si tratta comunque di sintomi generalmente modesti che si manifestano entro 6-12 ore dalla somministrazione del vaccino e che si risolvono nel giro di un paio di giorni con trattamenti sintomatici, come antipiretici o analgesici. Raramente, in caso di ipersensibilità a determinati componenti del vaccino, possono comparire reazioni allergiche come orticaria, rapida tumefazione nel punto di iniezione, asma o gravi manifestazioni allergiche sistemiche (generalizzate).

E’ importante segnalare subito una sospetta reazione avversa a seguito della vaccinazione, rivolgendosi al proprio medico o farmacista, alla ASL di appartenenza, ai referenti locali e regionali per la farmacovigilanza o direttamente compilando la scheda di segnalazione presente sul sito dell’AIFA. L’operatore sanitario che viene a conoscenza di possibili reazioni avverse ai vaccini ha l’obbligo per legge di notificarle entro 36 ore alla Rete Nazionale di Farmacovigilanza, il database AIFA delle sospette reazioni avverse ai medicinali registrate a livello nazionale. Le segnalazioni vengono analizzate a vari livelli (dal responsabile di farmacovigilanza, dal centro regionale di farmacovigilanza, dall’AIFA) per valutare se gli eventi avversi attesi siano in realtà più frequenti. Se l’analisi indica un potenziale problema, vengono condotti ulteriori approfondimenti e vengono informate tutte le autorità nazionali e internazionali interessate per prendere le misure di sicurezza appropriate.

La vaccinazione mette al sicuro dai rischi di possibili complicanze: è un atto di prevenzione importante per la difesa della salute individuale e collettiva.

Guarda l’intervento del DG Melazzini nella puntata di Uno Mattina del 09/11/2017 (minuto 50:48)


Pubblicato il: 09 novembre 2017

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