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Antibiotico-resistenza: anche nel trattamento dell’acne si registra un uso improprio degli antibiotici - Antibiotico-resistenza: anche nel trattamento dell’acne si registra un uso improprio degli antibiotici

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Antibiotico-resistenza: anche nel trattamento dell’acne si registra un uso improprio degli antibiotici

L’Associazione Britannica dei Dermatologi, a margine della conferenza annuale che si è svolta ai primi di luglio, allerta sull’uso eccessivo e prolungato di antibiotici per la terapia contro l’acne come causa di potenziale resistenza batterica. E’ quanto emerge da una revisione retrospettiva dell’impiego di antibiotici orali in quasi mille pazienti che ha messo in evidenza come la durata della terapia antibiotica prima del ricorso ad altre cure dermatologiche sia stata di almeno sei mesi e mezzo, in un caso addirittura di quasi sette anni. Tutto ciò a dispetto delle linee guida del National Insitute for Health and Care Excellence (NICE) che prevedono che i medici prescrivano antibiotici per il trattamento dell’acne per un massimo di tre mesi prima di indirizzarli verso uno specialista dermatologo o di quattro/sei mesi nel caso la terapia antibiotica risulti efficace.

Ma gli stessi autori della revisione hanno condotto un’ulteriore indagine su 1.200 medici per verificare quanto le linee guida siano effettivamente seguite, dimostrando che solo il 15% dei dermatologi consulta guide evidence-based “spesso”. L’antibiotico resistenza è percepita dai medici come una minaccia reale anche nella cura dell’acne, ma solo il 25% ritiene che sia direttamente riferita ai propri pazienti.

“L’uso improprio degli antibiotici in monoterapia potrebbe scatenare l’insorgere di resistenza da parte del batterio implicato nell’acne (Propionibacterium acnes) rendendo in alcuni casi l’infezione più difficile da trattare. Ma è preoccupante anche il fatto che l’uso di antibiotici per via orale possa portare ad una resistenza di altri batteri, estranei all’acne” commenta uno degli autori degli studi.

Leggi il comunicato sul sito della British Association of Dermatologists


Pubblicato il: 22 luglio 2016

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