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Carcinoma polmonare avanzato. FDA estende le indicazioni d’uso approvate di Opvido
La Food and Drug Administration ha autorizzato Opvido (nivolumab) per il trattamento di pazienti con carcinoma polmonare avanzato (metastatico) non a piccole cellule, la cui malattia sia progredita durante o dopo la chemioterapia a base di platino. All'inizio del 2015, l’Agenzia statunitense aveva autorizzato il farmaco per il trattamento dei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule avanzato a istologia squamosa. Con il nuovo provvedimento, l’FDA ne ha quindi esteso l'uso ai pazienti con lo stesso tumore ma a istologia non squamosa.
Il cancro del polmone è la principale causa di morte per cancro negli Stati Uniti, con una stima di 221.200 nuove diagnosi e 158.040 decessi nel 2015. Il tipo più comune di cancro del polmone, il carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC), si distingue in squamoso e non squamoso (che include l'adenocarcinoma).
Nivolumab è un anticorpo monoclonale progettato per agire direttamente sul pathway cellulare PD-1/PD-L1, aumentando così la capacità del sistema immunitario di distruggere le cellule tumorali. La sicurezza e l'efficacia di Opdivo per la nuova indicazione sono state dimostrate in uno studio internazionale randomizzato, in aperto, su 582 partecipanti con NSCLC avanzato, la cui malattia era progredita durante o dopo il trattamento con la chemioterapia a base di platino e un’appropriata terapia biologica.
I partecipanti sono stati trattati con Opdivo o docetaxel. L'endpoint primario era la sopravvivenza globale e l'endpoint secondario era il tasso di risposta obiettiva (la percentuale di pazienti che hanno sperimentato riduzione completa o parziale del tumore). I partecipanti trattati con Opdivo hanno vissuto in media 12,2 mesi rispetto alla media di 9,4 mesi di coloro che hanno ricevuto il trattamento con docetaxel. Inoltre, il 19% dei pazienti trattati con Opdivo ha sperimentato una riduzione totale o parziale del tumore, un effetto che è durato in media diciassette mesi, rispetto al 12% dei pazienti trattati con docetaxel, per i quali l’effetto è durato una media di sei mesi.
L’FDA ha anche approvato un test per rilevare i livelli di espressione della proteina PD-L1 e aiutare i medici a determinare quali pazienti potrebbero trarre maggiore beneficio dal trattamento con Opdivo.
Gli effetti indesiderati più comuni di Opdivo sono affaticamento, dolore muscoloscheletrico, diminuzione dell'appetito, tosse e costipazione. Opdivo può anche causare gravi effetti collaterali che derivano dall’azione sul sistema immunitario (noti come "effetti collaterali immuno-mediati"). Questi gravi effetti collaterali coinvolgono organi sani, compresi polmone, colon, fegato, reni, ghiandole endocrine e cervello.
L'FDA ha concesso a Opdivo per questa indicazione la designazione di terapia innovativa e lo status di revisione prioritaria.
Anche un altro farmaco chiamato Keytruda (pembrolizumab), che agisce sul percorso PD-1/PD-L1, ha ottenuto da poco un’autorizzazione accelerata dall’FDA per il trattamento dell’NSCLC specificamente nei pazienti i cui tumori hanno espresso la proteina PD-L1.
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Pubblicato il: 19 ottobre 2015