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Domande e risposta sulla valutazione degli agonisti dopaminergici derivati dell’ergot - Domande e risposta sulla valutazione degli agonisti dopaminergici derivati dell’ergot

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Domande e risposta sulla valutazione degli agonisti dopaminergici derivati dell’ergot

Domande e risposte sulla valutazione degli agonisti dopaminergici derivati dell’ergot

L’ Agenzia Europea dei medicinali (EMEA) ha completato una revisione della sicurezza degli agonisti dopaminergici derivati dell’ergot, un gruppo di medicinali che sono per lo più utilizzati per il trattamento della malattia di Parkinson. La rivalutazione si è focalizzata sul rischio di fibrosi (la formazione di tessuto fibroso in alcuni distretti dell’organismo) nei pazienti che utilizzano questi farmaci per periodi lunghi, ed in particolare fibrosi cardiaca (ispessimento anomalo delle valvole cardiache). Il CHMP, il Comitato dell’EMEA per i Medicinali ad Uso Umano ha concluso, a seguito dell’esame dei nuovi dati, che le autorizzazioni all’immissione in commercio di questi medicinali debbano essere mantenute. Tuttavia, ha ritenuto che debbano essere introdotte delle restrizioni per quanto riguarda il loro modo di essere utilizzate, per ridurre il rischio di insorgenza di fibrosi.

Che cosa sono gli agonisti dopaminergici derivati dell’ergot ?

Gli agonisti dopaminergici derivati dell’ergot sono un gruppo di farmaci che comprendono: bromocriptina, cabergolina, didroergocriptina, lisuride e pergolide. Sono farmaci autorizzati da lungo tempo e vengono principalmente utilizzati per il trattamento della malattia di Parkinson, da soli o in combinazione con altri medicinali. Sono anche utilizzati per trattare altre patologie quali l’iperprolattinemia (alti livelli dell’ormone prolattina nel sangue) e il prolattinoma (un tumore non maligno della ghiandola pituitaria alla base del cervello ), per prevenire la lattazione (produzione del latte materno) e nell’ emicrania. Tutti e cinque i farmaci sono autorizzati a livello degli stati membri con procedure nazionali. Gli agonisti dopaminergici derivati dell’ergot stimolano il cervello e le cellule del sistema nervoso in un modo simile alla dopamina, una sostanza che funziona da messaggero del sistema nervoso. Questo gruppo di agonisti sono chiamati derivati dell’ergot, perché sono prodotti da un tipo di fungo chiamato ergot.

Perché gli agonisti dopaminergici derivati dell’ergot sono stati rivalutati?

La fibrosi può interessare numerose strutture del corpo come il cuore, i polmoni o l’addome. Quando colpisce le valvole cardiache, può determinare difficoltà nello scorrimento del sangue nel cuore e eventualmente insufficienza cardiaca (un’incapacità del cuore a pompare abbastanza sangue nel corpo). L’insorgenza di sintomi di fibrosi è da tempo conosciuta come un effetto indesiderato degli agonisti dopaminergici derivati dell’ergot, particolarmente quando questi medicinali sono utilizzati per un lungo periodo. Tuttavia, due studi pubblicati su giornali scientifici dove si è utilizzato l’ecocardiografo (ecografia per lo studio del cuore) hanno mostrato che la fibrosi delle valvole cardiache può iniziare a svilupparsi prima che insorgano i sintomi. Ciò suggerisce che la fibrosi cardiaca possa essere più comune di quanto si pensasse prima.
Conseguentemente, l’autorità regolatoria della Gran Bretagna ha chiesto al CHMP di rivedere il rischio di fibrosi, inclusa la fibrosi cardiaca, associato con l’utilizzazione degli agonisti dopaminergici derivati dell’ergot

Quali dati sono stati valutati dal CHMP ?

Il CHMP ha valutato tutte le informazioni sul rischio di fibrosi e problemi valvolari derivanti da studi clinici , da studi osservazionali (studi che controllano gli effetti dei medicinali quando sono usati dai pazienti) e le segnalazioni spontanee degli effetti indesiderati fornite dai pazienti e dai medici alle Aziende che producono il medicinale o alle Autorità regolatorie sanitarie.

Quali sono le conclusioni del CHMP?

Basandosi sulle informazioni disponibili, il CHMP ha concluso che le autorizzazioni all’immissione in commercio di questi medicinali debbano essere mantenute, ma che si debbano inserire nei loro stampati nuove avvertenze e controindicazioni per ridurre il rischio di fibrosi. Il CHMP ha anche concluso che il rischio di fibrosi, inclusa la fibrosi delle valvole cardiache, non appare lo stesso per tutti e cinque i medicinali di questa classe.
Per la cabergolina e la pergolide, la Commissione ha osservato che il rischio di fibrosi delle valvole cardiache è ben stabilito, e che le informazioni prescrittive per entrambi i medicinali già includono controindicazioni che stabiliscono che pazienti con evidenza di problemi valvolari cardiaci non debbano utilizzare questi medicinali, e che gli stessi debbano essere utilizzati soltanto in pazienti con malattia di Parkinson che abbiano già assunto questi medicinali o non possano usare altri trattamenti. Inoltre, il CHMP raccomanda che le informazioni di prescrizione per questi due medicinali debbano essere aggiornate in modo da includere:

  • Un’avvertenza che indichi che i pazienti devono essere monitorati per segni di fibrosi tramite ecocardiografia prima che il trattamento inizi e regolarmente durante il trattamento;
  • Una riduzione delle dose massima raccomandata a 3 mg al giorno;
  • La fibrosi cardiaca come un effetto indesiderato molto comune (osservato in più di 1 paziente su 10 che ha utilizzato uno di questi medicinali).

Il CHMP anche raccomanda che le Aziende che producono questi due medicinali debbano condurre studi per verificare quanto accuratamente i medici seguano gli stampati aggiornati e l’impatto che questi cambiamenti hanno sull’incidenza della fibrosi delle valvole cardiache.
In contrasto, non c’è sufficiente evidenza per determinare se vi sia un aumentato rischio di fibrosi delle valvole cardiache in pazienti che assumono bromocriptina, diidroergocriptina o lisuride.
Tuttavia, poiché tale rischio non può essere completamente escluso, il Comitato ha raccomandato che le avvertenze sul possibile rischio di fibrosi nei pazienti che aasumono questi farmaci ad alte dosi per lunghi periodi debba essere incluso nei loro stampati. Anche la dose di bromocriptina deve essere limitata a 30 mg al giorno.
In aggiunta, il CHMP ha raccomandato che sia inserita negli stampati dei medicinali a base di bromocriptina e diidroergocriptina una controindicazione nei pazienti con preesistenti problemi valvolari. Non sono disponibili dati sufficienti per permettere al Comitato di raccomandare una simile controindicazione per la lisuride.
Il Comitato ha notato che vi sia un meccanismo plausibile per spiegare come questi farmaci causino la fibrosi attraverso l’attivazione dei recettori 5-HT2b, portando alla divisione cellulare ed alla formazione di tessuto fibroso, sebbene anche altri meccanismi possano essere coinvolti. Tra gli agonisti dopaminergici derivati dell’ergot, la cabergolina e la pergolide sono gli agonisti più potenti e quindi questa potrebbe essere una spiegazione del maggior rischio di fibrosi osservato con tali farmaci.

Quali sono le raccomandazioni per pazienti e prescrittori?

  • I medici dovrebbero prescrivere agonisti dopaminergici derivati dell’ergot secondo gli stampati aggiornati;
  • Gli agonisti dopaminergici derivati dell’ergot non dovrebbero essere assunti dai pazienti che abbiano sofferto in passato di fibrosi cardiaca, polmonare o addominale. L’assenza di fibrosi nel cuore dovrebbe essere verificata prima che il trattamento sia iniziato;
  • I pazienti dovrebbero essere monitorati per i segni di fibrosi nel cuore o in qualsiasi altra parte del corpo durante il trattamento utilizzando test ematici e appropriati esami radiologici del torace;
  • Per ridurre il rischio di fibrosi cardiaca dovrebbe essere prescritta una dose massima di 3 mg di cabergolina o pergolide o 30 mg di bromocriptina;
  • I pazienti o chi si prende cura di loro che abbiano qualsiasi richiesta o dubbio, dovrebbero parlarne con il loro medico o farmacista

Note

  • Maggiori informazioni sono disponibili in un documento di domande e risposte
  • La procedura di revisione è stata iniziata da UK mediante l’applicazione dell’Articolo 31 della Direttiva 2001/83/EC, e successive modifiche, a seguito dei risultati di alcuni studi che suggerivano che il rischio di fibrosi cardiaca associata all’uso cronico dei agonisti dopaminergici derivati dell’ergot era maggiore di quello precedentemente identificato. L’Articolo 31 può essere applicato in casi specifici dove sia coinvolto l’interesse comunitario.
  • L’espressione “interesse comunitario” ha un significato piuttosto ampio, ma va riferito in modo particolare all’interesse di salute pubblica nella comunità, per esempio a seguito di problematiche correlate alla qualità, all’efficacia e/o sicurezza di un medicinale o a nuove informazioni di farmacovigilanza
  • Questo comunicato stampa, insieme con le altre informazioni relative alle attività dell’EMEA possono essere trovate nel sito dell’ EMEA all’indirizzo http://www.emea.europa.eu.


Media enquiries only to:
Martin Harvey Allchurch or Monika Benstetter
Tel. (44-20) 74 18 84 27, E-mail press@emea.europa.eu

Londra 26 giugno 2008 Doc. Ref. EMEA/319054/2008


Published on: 26 June 2008

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