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FDA approva il primo trattamento per la malattia di Erdheim-Chester
La statunitense Food and Drug Administration (FDA) ha esteso le indicazioni terapeutiche di Zelboraf (vemurafenib) includendo il trattamento della malattia di Erdheim-Chester (ECD), un tumore raro del sangue, nei pazienti adulti che presentano nelle cellule tumorali la mutazione genetica specifica nota come BRAF V600. Con l’estensione delle sue indicazioni terapeutiche, Zelboraf è diventato il primo trattamento approvato dall’FDA per questa patologia.
“L’approvazione di Zelboraf per i pazienti con ECD dimostra come sia possibile applicare la conoscenza delle caratteristiche genetiche di alcune malattie ad altri tumori”, ha dichiarato Richard Pazdur, direttore del Centro oncologico di eccellenza dell’FDA e dell’Ufficio dei prodotti per Ematologia e Oncologia del Centro per la ricerca e valutazione dei farmaci presso la stessa Agenzia. “Questo prodotto è stato approvato per la prima volta nel 2011 per trattare alcuni pazienti con melanoma con mutazione BRAF V600E, e stiamo ora portando una terapia a pazienti con un cancro raro senza terapie approvate”.
La malattia di Erdheim-Chester è un tumore del sangue a crescita lenta che origina nel midollo osseo e provoca un aumento della produzione di istiociti. Gli istiociti eccedenti possono provocare tumori che infiltrano molti organi e tessuti in tutto il corpo, inclusi cuore, polmoni e cervello. Si stima che, in tutto il mondo, i pazienti affetti da questa patologia siano 600-700, circa il 54% dei quali con mutazione BRAF V600.
Zelboraf è un inibitore di chinasi che agisce bloccando alcuni enzimi che promuovono la crescita cellulare. La sua efficacia nel trattamento dell’ECD è stata verificata in un trial con 22 pazienti con mutazione BRAF-V600 positiva, che ha misurato il tasso di risposta globale, la percentuale di pazienti che hanno subito una riduzione totale o parziale della dimensione del tumore. In undici pazienti si è assistito a una risposta parziale, mentre la risposta globale si è verificata in un solo caso.
Gli effetti collaterali comuni di Zelboraf nei pazienti con ECD includono dolore articolare, rash maculopapulare, alopecia, affaticamento, intervallo QT prolungato e papilloma.
Tra quelli gravi, invece, si segnalano lo sviluppo di nuovi tumori (cancro della pelle, carcinoma delle cellule squamose o altri tumori), crescita dei tumori nei pazienti con melanoma BRAF “wild-type”, reazioni di ipersensibilità (anafilassi e sindrome DRESS), gravi reazioni cutanee (sindrome di Stevens-Johnson e la necrolisi epidermica tossica), danni epatici, fotosensibilità, reazioni gravi agli occhi (uveite), reazioni immunitarie dopo il trattamento radioterapico, insufficienza renale. Nelle donne in gravidanza Zelboraf può causare danni allo sviluppo del feto.
L’estensione delle indicazioni terapeutiche, per la quale Zelboraf ha ricevuto la designazione di farmaco orfano e Breakthrough Therapy, è stata approvata dall’FDA con Priority Review.
Pubblicato il: 09 novembre 2017