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L’AIFA tra ricerca, innovazione e formazione. Il punto di Sergio Pecorelli

Il Presidente dell’Agenzia Italiana del Farmaco, Sergio Pecorelli approfondisce il ruolo dell’AIFA in ambito nazionale e internazionale, l’evoluzione che l’Agenzia ha vissuto negli ultimi anni così come l’importanza di una formazione continua, moderna e mirata.
Negli ultimi anni, infatti, l’AIFA ha accresciuto la sua presenza e la sua autorevolezza anche oltre confine e ha intensificato le relazioni internazionali allo scopo di approfondire le opportunità di collaborazione e di promuovere il dialogo con le Istituzioni che operano a tutela della Salute, soprattutto nell’ambito dei farmaci.

Ricordando gli incontri bilaterali svolti in sede con i rappresentanti della Health  Sciences Autority (HSA) di Singapore e della Therapeutic Goods Administration (TGA) australiana, ma anche una serie di accordi, protocolli d’intesa e memorandum con il Ministero della Salute e l’Agenzia del Farmaco giapponesi, la FDA statunitense, il Ministero della Sanità Albanese (MSA) e con le Agenzie di Malta e dei Paesi Bassi, Sergio Pecorelli ha voluto sottolineare come la collaborazione con partner internazionali si sia sviluppata anche attraverso la partecipazione di delegati AIFA alle riunioni ed alle attività di alcuni rilevanti organismi internazionali come l’Organizzazione Mondiale della Sanità.

“L’obiettivo per il futuro – ha infatti detto Pecorelli - è proseguire su questa strada e rendere tali relazioni sempre più efficienti e produttive, perché senza una comune strategia, senza strumenti normativi e operativi condivisi, regolare e vigilare su una materia così complessa e delicata, come quella che ruota attorno al pianeta farmaco, risulta difficile e spesso improduttivo”.

Il Presidente Pecorelli ha poi analizzato le opportunità che i nuovi canali “virtuali” rappresentano per la  formazione. “Avere a disposizione, come  avviene adesso, programmi di formazione a distanza scientificamente qualificati e interattivi rappresenta certamente una novità positiva e un’opportunità in più per i professionisti sanitari. Tuttavia non può sostituire interamente il rapporto docente/discente”.

Sergio Pecorelli ha infine passato in rassegna gli sforzi fatti dalla ricerca italiana per accrescere la conoscenza della comunità scientifica internazionale, sottolineando l’importanza della ricerca indipendente ed evidenziando i cambiamenti normativi che hanno visto l’AIFA avere un ruolo sempre più centrale.

“Nonostante l’Italia non sia al top nello scenario internazionale per il finanziamento della ricerca, numerose sono le iniziative di supporto alla ricerca indipendente. Mi riferisco, per esempio, ai Bandi di Ricerca dell’AIFA, ai Progetti di Ricerca di Interesse Nazionale (PRIN) del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, ai Bandi di Ricerca del Ministero della Salute e ai Programmi dell’Unione Europea. Questi ultimi sono praticamente gli unici che permettono a un nostro ricercatore di avere finanziata una ricerca di valore e al tempo stesso di vedere remunerato il proprio know-how. Nella legge istitutiva dell’AIFA – ha quindi proseguito Pecorelli - si è voluto giustamente introdurre un elemento  innovativo, rappresentato dal supporto alla ricerca indipendente. In altre parole, si è cercato di sostenere quei progetti che non potevano incontrare l’interesse delle Aziende  farmaceutiche come, per esempio, nelle malattie rare oppure nei confronti diretti tra farmaci per la stessa malattia. Nel corso di cinque differenti bandi, abbiamo sostenuto oltre 200 progetti con un impegno economico che sfiora i 100 milioni di euro. Adesso stiamo analizzando i dati generali raccolti finora ed a breve comunicheremo a tutta la comunità scientifica gli esiti di tale analisi. L’AIFA  è pure impegnata nella ricerca legata alle scienze regolatorie, con progetti quali ad esempio “la qualità dei farmaci”.

“Con una recente normativa, la Legge 189/2012 – ha infine concluso Sergio Pecorelli, parlando di sperimentazione clinica - sono stati introdotti dei cambiamenti significativi. La centralizzazione dell’Autorità competente, adesso presso l’AIFA, più la riorganizzazione della rete dei Comitati etici italiani, che porterà finalmente ad una drastica riduzione del numero di queste strutture, ed infine la gestione telematica di tutta la documentazione sottesa all’avvio degli studi clinici, rappresentano tre pilastri sui quali la ricerca clinica italiana potrà poggiare saldamente per un rilancio internazionale. Probabilmente sarà anche necessario prevedere delle ulteriori modalità di attrazione di capitali internazionali. Non dimentichiamoci che la ricerca clinica consente alle strutture sanitarie di utilizzare spesso farmaci innovativi acquisendo il know-how necessario per gestire al meglio i farmaci del futuro, offrendo ai malati farmaci sempre migliori. Non dimentichiamo comunque i vantaggi clinici che derivano anche dalla semplice partecipazione a uno studio controllato. L’Italia vuole avere un suo ruolo in questo scenario internazionale altamente competitivo”.


Pubblicato il: 15 luglio 2013

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