L’EMA aggiorna le linee guida sui trial per la malattia di Parkinson - L’EMA aggiorna le linee guida sui trial per la malattia di Parkinson
L’EMA aggiorna le linee guida sui trial per la malattia di Parkinson
L’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) ha aggiornato le linee guida 2008 per i trials sul morbo di Parkinson allineandole ai recenti sviluppi scientifici e medici sulla malattia. Il documento spiega come le aziende dovrebbero progettare e realizzare gli studi sui farmaci che mirano a migliorare i sintomi della malattia e modificarne l’andamento. Si tratta di un orientamento generale per lo sviluppo dei medicinali per il trattamento della malattia e deve essere letto in combinato disposto con altre linee guida EMEA e ICH.
Tradizionalmente sono state identificate indicazioni diverse per il morbo di Parkinson a seconda dello stadio della malattia, per lo più riguardanti il miglioramento dei sintomi. L’aggiornamento include nuove informazioni per la definizione dei pazienti di nuova diagnosi e aggiorna i criteri di inclusione nei trial clinici e nelle analisi statistiche. In particolare, per l’Agenzia Europea, i pazienti di recente diagnosi già trattati con brevi cicli di terapia dopaminergica possono essere considerati pazienti “nuovi” e quindi venire inclusi negli studi di fase precoce della malattia di Parkinson.
I progressi nella scienza di base e della biologia molecolare delle malattie neurodegenerative, tra cui il morbo di Parkinson, hanno favorito l'interesse per gli agenti modificanti la malattia. Il numero di trial per la valutazione di farmaci che mirano a ritardarne la progressione è in aumento, anche se nessun modello di studio può essere raccomandato in via definitiva. Per rivendicare un effetto di modificazione della malattia, infatti, è prevista una procedura in due fasi, dapprima deve essere rilevato un ritardo nella progressione della malattia, in secondo luogo deve essere stabilito un effetto sul processo patologico sottostante.
Esiste già un certo numero di farmaci autorizzati per il trattamento dei sintomi della malattia, ma non vi sono attualmente farmaci che hanno dimostrato di arrestarne la progressione.
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Pubblicato il: 16 luglio 2012