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Ricerca e incentivi per terapie farmacologiche sempre più numerose: il supporto dell’AIFA alle malattie rare - Ricerca e incentivi per terapie farmacologiche sempre più numerose: il supporto dell’AIFA alle malattie rare
Ricerca e incentivi per terapie farmacologiche sempre più numerose: il supporto dell’AIFA alle malattie rare
Sabato 28 febbraio ricorre l’ottava edizione della Giornata dedicata alle Malattie Rare, un’iniziativa nata su impulso di EURORDIS (European Organisation for Rare Disease), la federazione non governativa europea che rappresenta i malati e le loro famiglie, e da qualche anno celebrata anche in molti altri Paesi del mondo, Stati Uniti in primis, per diffondere la conoscenza presso l’opinione pubblica sull’impatto che tutti i giorni una malattia rara comporta nella vita dei pazienti.
L’AIFA sostiene l’iniziativa e più in generale l’accesso alle cure per patologie rare in Italia, con incentivi alla ricerca e misure a supporto della disponibilità di terapie farmacologiche sempre più numerose.
“Le malattie rare sono rare, ma le persone affette sono tante” recita il sito Orphanet, il portale europeo delle malattie rare e dei farmaci orfani. Ed è così, perché anche se in Europa è definita rara una patologia che affligge fino a 5 persone su 10.000, solo nell’UE i pazienti che convivono con una condizione “rara” sono 30 milioni, più o meno 250.000 per ogni malattia. Numeri che tuttavia non appaiono statisticamente significativi in termini di ritorni di investimento per l’industria farmaceutica, che pertanto è poco incline ad investire in ricerca e sviluppo di farmaci definiti appunto “orfani”, a meno che i sistemi sanitari e le autorità regolatorie non applichino opportuni incentivi.
È l’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) che provvede alla classificazione dei farmaci definiti “orfani” (per il tramite del COMP, il Comitato dei Medicinali Orfani) e che ha la responsabilità delle procedure di autorizzazione alla loro immissione in commercio in tutta Europa. Alle aziende che vedono riconosciuto come orfano il farmaco che vogliono introdurre sul mercato, l’EMA offre dei percorsi semplificati, consulenza scientifica, l’esclusività del mercato per dieci anni e in alcuni casi la riduzione delle tariffe per la valutazione dei dossier a corredo delle domande di autorizzazione. Il 2014 è stato un anno record per l’Agenzia Europea quanto a farmaci ad uso umano autorizzati: 82, di cui almeno la metà a base di molecole di nuova entità chimica e ben 17 per il trattamento di malattie rare. È stata approvata la prima cura per la distrofia muscolare di Duchenne (Translarna, a base di ataluren) e la prima per la protoporfiria eritropoietica (Scenesse, a base di afamelanotide), una malattia genetica rara che comporta intolleranza alla luce.
E in Italia?
Sul totale degli 81 farmaci orfani autorizzati fino al 31 dicembre 2014 dall’EMA, l’AIFA ne ha approvati 63. Di quelli ancora non autorizzati sul territorio nazionale alcuni non hanno concluso l’iter di approvazione; di altri non sono state presentate le relative domande di negoziazione della rimborsabilità e del prezzo da parte delle rispettive aziende farmaceutiche; altri ancora sono comunque accessibili tramite ulteriori canali che l’Agenzia Italiana del Farmaco mette a disposizione dei pazienti. L’Italia infatti, differentemente da altri Paesi Europei, mostra una consolidata sensibilità istituzionale alla cura dei pazienti affetti da malattie rare, consentendo l’accesso ai trattamenti farmacologici non solo tramite procedura di autorizzazione centralizzata, ma anche con ulteriori strumenti legislativi. Nello specifico, la Legge n. 648 del 1996, che consente l’utilizzo di un farmaco su base nazionale, l’art. 48 della Legge n. 326 del 2003 (la legge istitutiva dell’AIFA), il D.M. 8 maggio 2003 sull’uso compassionevole e la Legge n. 94 del 1998 (ex Legge Di Bella), la quale, differentemente dalla Legge n. 648, disciplina la prescrizione del farmaco al singolo paziente su base nominale. In particolare, l’art. 48 della Legge n. 326/2003 prevede l’istituzione di un Fondo Nazionale per l’impiego di farmaci orfani per le malattie rare e di medicinali che rappresentano una speranza di cura, in attesa della commercializzazione, per particolari e gravi patologie. Tale fondo è alimentato dal 5% delle spese annuali per attività di promozione delle aziende farmaceutiche che sono destinate ai medici (seminari, workshop, ecc). Il suo utilizzo è dedicato per il 50% all’acquisto di farmaci orfani per malattie rare e farmaci non ancora autorizzati, ma che rappresentano una speranza di cura per patologie gravi; e per la quota residua, alla ricerca sull’uso dei farmaci (studi clinici comparativi tra i medicinali volti a dimostrare il valore terapeutico aggiuntivo e studi sull’appropriatezza e sull’informazione).
Oltre a ciò, per accelerare la disponibilità sul mercato italiano di nuovi trattamenti approvati centralmente, le aziende farmaceutiche possono anticipare la richiesta di negoziazione del prezzo di un farmaco orfano anche prima della pubblicazione della decisione comunitaria sulla GUCE, ovvero appena espresso il parere positivo del Comitato per i medicinali ad uso umano (CHMP) dell’EMA circa la qualità, la sicurezza e l’efficacia del farmaco prossimo alla commercializzazione. È quanto disposto dal Decreto Balduzzi (Decreto-Legge 13 settembre 2012, n. 158), che prevede inoltre che i farmaci autorizzati per i quali non è stata ancora avviata la negoziazione sulla rimborsabilità possano essere classificati in una fascia specifica (C-nn), garantendone l’immediata possibilità di impiego. Qualora poi i tempi di richiesta di rimborsabilità all’AIFA da parte delle aziende fossero troppo lunghi, interviene in ausilio la cosiddetta Legge del Fare (Decreto-Legge n. 69/2013, convertito, con modificazioni, con Legge n. 98/2013), che dà mandato all’AIFA di sollecitare le aziende che non abbiano già provveduto entro 30 giorni dal provvedimento autorizzativo, a presentare domanda di prezzo e rimborso entro i 30 giorni successivi. Insomma, i tempi consentiti dalla norma per la conclusione della procedura negoziale non possono superare i 100 giorni dalla data di presentazione della domanda.
L’AIFA da sempre cerca di garantire un pieno accesso ai farmaci orfani, e anche in virtù del proprio mandato di consulenza tecnica al Governo, suggerisce una particolare attenzione alle aziende produttrici di questi farmaci. Come conseguenza, il DDL di Stabilità 2014 ha previsto che in caso di superamento del tetto della spesa farmaceutica ospedaliera relativo al budget di aziende titolari di farmaci orfani, il ripiano sia ripartito tra tutte le aziende titolari di Autorizzazione all’Immissione in Commercio (AIC), ad esclusione di quelle produttrici di farmaci orfani.
In virtù di tale disciplina, il Consiglio di Amministrazione dell’AIFA ha deliberato l’elenco dei farmaci orfani che hanno accesso al beneficio economico su descritto. Includendo anche quelli esclusi dal ripiano del budget, la lista dei farmaci disponibili diventa più lunga e da 63 passa a 81 farmaci orfani autorizzati fino al 31 dicembre 2014. Vanno infatti ad aggiungersi anche gli orphan-like, oltre i medicinali orfani, ovvero i farmaci che, avendo esaurito il beneficio dell’esclusiva di mercato di 10 anni concesso dall’EMA, sono stati rimossi dal registro comunitario.
Sul fronte della ricerca, nonostante si evidenzi l’impiego di crescenti investimenti su studi clinici sulle malattie rare, a testimonianza di una maggiore sensibilità sociale in questo ambito, non si può tuttavia non rilevare che il volume delle ricerche cliniche e di base resta comunque basso in rapporto all’elevato numero di patologie e alla loro eterogeneità. Per tutta una serie di considerazioni (pochi pazienti molto distribuiti sul territorio, alta eterogeneità genotipica e fenotipica delle malattie, scarsa conoscenza e limitate infrastrutture adeguate alle necessità) la ricerca a livello europeo è piuttosto ridotta e frammentata. Per questo risulta necessario attivare iniziative in grado di richiamare l’interesse dei ricercatori e dell’industria in questo ambito, promuovendo al contempo studi collaborativi, di respiro nazionale ed internazionale e lo sviluppo di disegni sperimentali clinici alternativi, applicabili a campioni meno ampi di pazienti. Questi studi peraltro promettono di avere ritorni anche sulle malattie comuni che spesso trovano proprio nelle malattie rare i modelli di riferimento per la loro comprensione.
Anche in questo caso, è solo dalla collaborazione e dall’impegno di tutte le parti interessate, governi, istituzioni, accademia, industria, che si possono trovare strade e soluzioni per alleviare “giorno dopo giorno, mano nella mano” i disagi dei pazienti affetti da malattie rare e dei loro familiari.
Vai al sito della Giornata Mondiale delle Malattie Rare
Consulta il Piano Nazionale Malattie Rare 2013-2016 del Ministero della Salute
Pubblicato il: 27 febbraio 2015