Italian Medicines Agency Agenzia Italiana del Farmaco

Vitamina D in gravidanza non indicata in donne sane che seguono una dieta adeguata - Vitamina D in gravidanza non indicata in donne sane che seguono una dieta adeguata

Asset Publisher

Asset Publisher

Vitamina D in gravidanza non indicata in donne sane che seguono una dieta adeguata

Secondo una recente revisione sistematica condotta da un team di ricercatori britannici guidato da Nicholas C. Harvey e Christopher Holroyd, dell’Ospedale Universitario di Southampton, non sussistono ad oggi evidenze sufficienti a sostenere precise raccomandazioni cliniche riguardo l’apporto integrativo di vitamina D nelle donne in gravidanza. Lo studio britannico ha individuato alcune evidenze a sostegno di una relazione positiva tra lo status di vitamina D materna (25-idrossivitamina D [25 (OH) D]) e il peso alla nascita della prole (meta-analisi di studi osservazionali), le concentrazioni di calcio neonatali [meta-analisi di studi randomizzati e controllati (RCT)] e la massa ossea della prole (studi osservazionali). Tuttavia – spiegano gli Autori, il cui studio è stato pubblicato su NIHR (National Institute for Health Research) Journals Library – tali risultati sono limitati dalla loro natura osservazionale (peso alla nascita, massa ossea) o per il rischio di bias e la bassa qualità degli studi (concentrazione di calcio).

Non ci sono invece evidenze sufficienti a determinare il tipo ottimale (D2 o D3), la dose, il regime e il percorso di integrazione della vitamina D in gravidanza, e non sono disponibili dati che consentano di valutare il rapporto costo-efficacia di un tale intervento.

In nessuna singola area di patologia – hanno concluso i ricercatori – la base delle evidenze supporta inequivocabilmente l'utilizzo della supplementazione di vitamina D durante la gravidanza. Lo studio conferma quindi le indicazioni in merito dell’AIFA (Campagna di Comunicazione “Farmaci e Gravidanza”), secondo cui, in una donna sana con una corretta e variata dieta alimentare non occorre una specifica supplementazione di vitamina D in gravidanza.

I ricercatori hanno consultato le principali banche dati elettroniche [Database of Abstracts of Reviews of Effects (DARE), Centre for Reviews and Dissemination (CRD), Cochrane Database of Systematic Reviews (CDSR) e l'Health Technology Assessment (HTA) database] dall’inizio del 2012 a giugno dello stesso anno coprendo sia la letteratura pubblicata che la “letteratura grigia”. Nella revisione sono stati inclusi 76 studi e, laddove possibile, i risultati sono stati incrociati usando la meta-analisi per misurare gli effetti combinati.

Sono stati presi in esame studi su donne in gravidanza o su donne in gravidanza e la loro prole che riguardavano sia la valutazione dello stato della vitamina D [assunzione con la dieta, esposizione alla luce solare, concentrazione di 25 (OH) D circolante] sia l'integrazione con vitamina D o con cibi contenenti vitamina D (ad esempio olio di pesce). Gli outcome degli studi comprendevano peso, lunghezza, circonferenza cranica, massa ossea, antropometria e composizione del corpo alla nascita, rischio di asma e atopia, nati piccoli per età gestazionale, parto pretermine, diabete mellito di tipo 1, basso peso alla nascita, concentrazione sierica di calcio, pressione sanguigna e rachitismo; pre-eclampsia materna, diabete mellito gestazionale, rischio di taglio cesareo e vaginosi batterica.
I ricercatori hanno riscontrato una notevole eterogeneità tra gli studi e nella maggior parte dei casi evidenze contrastanti dei risultati. Sono state rilevate relazioni positive modeste tra la 25 (OH) D materna e il peso alla nascita della prole nella meta-analisi di tre studi osservazionali con concentrazioni della 25 (OH) D trasformate in funzioni logaritmiche dopo aggiustamento per i potenziali fattori confondenti, ma non nei quattro studi che utilizzavano unità naturali o negli studi interventistici.

Gli Autori concludono che sono necessarie ulteriori ricerche di alta qualità. In molte aree – scrivono – sono più appropriati, come passo successivo, studi di coorte prospettici ampi e ben disegnati. In altre (ad esempio, peso alla nascita, concentrazione sierica di calcio, massa ossea), la base delle evidenze è sufficiente per suggerire studi clinici randomizzati. Inoltre, un problema critico di fondo è garantire che le misurazioni della 25 (OH) D siano comparabili tra gli studi, attraverso programmi globali di standardizzazione. I ricercatori propongono alcune raccomandazioni specifiche che dovrebbero guidare la ricerca futura.
Intanto, evidenziano la necessità di un follow-up a lungo termine delle madri e dei bambini che hanno preso parte ai trial con supplementazione di vitamina D. Infatti, nonostante l’integrazione di vitamina D appaia sicura a dosi modeste nel breve termine, gli effetti a lungo termine non sono noti.

l temi chiave per tutte le ricerche sulla vitamina D sono la standardizzazione delle esposizioni e dei risultati, l'inclusione e la standardizzazione dei potenziali fattori confondenti e una adeguata lunghezza di follow-up.

La valutazione biochimica della vitamina D va ottimizzata valutando se debba basarsi semplicemente sulla concentrazione di 25 (OH) D, o debba incorporare altri indici, come la DBP o l’albumina, e se debba essere correlata alle concentrazioni di PTH o di calcio.

Sono inoltre necessari ampi studi di coorte prospettici di alta qualità per indagare il rapporto tra lo status della 25 (OH) D materna e i seguenti risultati: taglio cesareo materno, vaginosi batterica, lunghezza della prole alla nascita, misure antropometriche e rischio di basso peso alla nascita.

Ampi RCT ben progettati a doppio cieco, controllati con placebo garantiscono di indagare il rapporto tra la supplementazione di vitamina D materna durante la gravidanza e il peso alla nascita della prole, le concentrazioni di calcio, la massa ossea, con una raccomandazione più debole (rispetto all’opportunità di studi osservazionali prospettici di alta qualità) per asma nella prole, diabete mellito di tipo 1 e pre-eclampsia materna. Attualmente – avvertono gli Autori – sono in corso diversi grandi RCT che potrebbero aiutare ad affrontare le questioni oggetto dello studio.

Leggi anche: “Vitamina D: secondo dati AIFA consumi in ascesa e prescrizioni poco appropriate"


Published on: 20 August 2014

Galleria

Cookie Bar

cookie management module

Descrizione cookieBar

Questo sito utilizza cookie tecnici e analytics, necessari al suo funzionamento, per i quali non è richiesto il consenso. Per alcuni servizi aggiuntivi, le terze parti fornitrici, dettagliatamente sotto individuate, possono utilizzare cookies tecnici, analytics e di profilazione. Per saperne di più consulta la PRIVACY POLICY. Per proseguire nella navigazione devi effettuare la scelta sui cookie di terze parti dei quali eventualmente accetti l’utilizzo. Chiudendo il banner attraverso la X in alto a destra rifiuti tutti i cookie di terze parti. Puoi rivedere e modificare le tue scelte in qualsiasi momento attraverso il link "Gestione cookie" presente nel footer.

Social networks
go to beginning of content