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Revisione sistematica di trattamenti per la depressione nei pazienti oncologici: due classi di antidepressivi migliorano i sintomi

La depressione è comune nei pazienti affetti da cancro: fino alla metà di tutti i pazienti che affrontano la malattia presentano sintomi della depressione che vanno da lievi a gravi. Quando la depressione convive con il cancro, per i pazienti ci può essere un rischio maggiore di morte per cancro e di suicidio.

Al fine di identificare le migliori pratiche per il trattamento della depressione nel cancro, i ricercatori dell’università di Dartmouth hanno effettuato una revisione sistematica con una meta-analisi degli studi esistenti. Il documento è stato pubblicato sulla rivista scientifica General Hospital Psychiatry.

La revisione ha identificato due classi di antidepressivi che riducono i sintomi della depressione:

  • un antagonista del recettore alfa-2-adrenergico: mianserina;
  • due inibitori selettivi del reuptake della serotonina: fluoxetina  e paroxetina.

Le evidenze disponibili suggeriscono che la paroxetina e fluoxetina possono migliorare i sintomi depressivi, ma possono essere meno tollerati.

Mianserina ha mostrato un tasso di risposta alla depressione maggiore rispetto al placebo, al contrario di paroxetina e fluoxetina. I tassi di risposta sono stati bassi, suggerendo solo modeste variazioni nei sintomi depressivi.

“Tutte le prove per i recettori alfa-2-andrenergici erano basate su un unico agente, mianserina” ha dichiarato Natalie Riblet, autore principale dello studio, del Dipartimento di Psichiatria, Geisel School of Medicine.

Per quanto riguarda il profilo degli eventi avversi, secondo gli autori, mianserina è apparsa un po' più tollerabile rispetto al placebo; paroxetina presentava un tasso di abbandono a causa delle reazioni avverse leggermente superiore, ma non significativo; fluoxetina era caratterizzata da una ricaduta significativamente superiore rispetto al placebo, sebbene questo risultato sia stato poi considerato non significativo dopo la rimozione di un valore anomalo dallo studio.

“Tra agenti chemioterapici e antidepressivi sono possibili interazioni avverse”, secondo il dottor Riblet. In particolare tamoxifene può interagire con alcuni antidepressivi e aumentare il rischio di gravi effetti avversi.

Le varie classi di antidepressivi funzionano su diversi neurotrasmettitori. Lo studio ha riportato che gli antagonisti del recettore alfa-2-andrenergico mostrano un particolare potenziale nei pazienti oncologici probabilmente a causa del loro profilo farmacologico, che aumenta la noradrenalina e la serotonina. Gli antagonisti dei recettori alfa-2-andrenergico hanno meno probabilità di causare le reazioni avverse comunemente associate alla serotonina come mal di testa, agitazione, nervosismo o disfunzione sessuale, ma possono contribuire alla sedazione.

La revisione ha incluso nove studi randomizzati condotti tra il 1985 e il 2011, con 4.700 documenti idonei provenienti da 1.169 pazienti di vari Paesi. Complessivamente l’83% dei soggetti era di sesso femminile, con un'età media di 54 anni.

"C’è una scarsità di prove nell’affrontare il ruolo degli antidepressivi nella depressione legata al cancro”, ha concluso il dottor Riblet. I ricercatori hanno concluso che i loro risultati suggeriscono che vi è la necessità di studi clinici randomizzati di alta qualità che esplorino il ruolo dei nuovi antidepressivi nel trattamento della depressione legata al cancro.

Leggi lo studio


Pubblicato il: 10 luglio 2014

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